Coronavirus in Trentino, la Cisl: "Malati 160 operatori sanitari"
«Il 2% del personale sanitario e il 3% di quello non sanitario dell'Apss è positivo. È inaccettabile che l'Azienda provinciale per i servizi sanitari si nasconda dietro il fatto che il contagio sia avvenuto nella vita quotidiana»
TRENTO. «L'epidemia è in espansione e siamo preoccupati: sono tantissimi gli operatori positivi: 160 unità del personale sanitario hanno contratto Covid-19», commentano in una nota Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp, Silvano Parzian, Sandro Pilotti e Alfio Traverso del settore sanità nel sindacato di via Degasperi.
«Un numero già altissimo e si aggiungono 56 professionisti compresi nel personale non sanitario. È inaccettabile che l'Azienda provinciale per i servizi sanitari si nasconda dietro il fatto che il contagio sia avvenuto nella vita quotidiana - aggiunge la Cisl Fp - questa situazione evidenzia invece le carenze organizzative delle autorità sanitarie e provinciali che non hanno sfruttato la tregua estiva e ora si trovano impreparate a rincorrere gli eventi».
L'Apss in accordo con la Provincia ha disposto la rimodulazione dei servizi per fronteggiare la seconda ondata dell'epidemia coronavirus. Funzioni spostate tra gli ospedali del sistema trentino e la creazione di zone «pulite» e aree «Covid» all'interno degli stessi reparti che non convincono pienamente il sindacato. «Il nodo è quello dei percorsi promiscui che possano ulteriormente diffondere il virus: queste persone sono già sottoposte a innumerevoli pressioni e non possono diventare vettori di Covid-19».
Attualmente il 2% del personale sanitario e il 3% di quello non sanitario - riferiscono i sanitari - in forza all'Apss è positivo. «Dopo 6 mesi siamo ancora qui a riportare le nostre perplessità sulle modalità di azione e le tempistiche di attuazione di protocolli, decreti e Dpcm, pur avendo già approvato a giugno una delibera per riorganizzazione degli ospedali. Le procedure - dice il sindacato di via Degasperi - sono ferme a febbraio e purtroppo siamo preoccupati della capacità di pianificazione e gestione di questa fase dell'emergenza. Non ci sono stati investimenti in generale, nulli quelli per potenziare gli organici».
C'è poi il discorso della campagna vaccinale. «Oggi è ancora più importante ma a Rovereto è stata sospesa e oltretutto, nonostante i proclami, non ci sono più dosi».