Il caso

Bufera sulla classe per soli migranti, no di Kompatscher: "La scuola dev'essere inclusiva"

Il governatore sulla scelta della scuola Goethe di Bolzano: "La Provincia è intervenuta nelle scuole con le situazioni più problematiche assegnando insegnanti di sostengo e di lingua". Contrario anche Urzì (FdI). Sara Ferrari (Pd): "Scelta contraria alla Costituzione, speriamo venga rivista"

IL CASO A Bolzano una classe di soli bambini "non tedeschi" 
 



BOLZANO. "La scuola deve essere inclusiva per avere successo. Creare classi speciali non porterebbe comunque ai risultati sperati e, tra l'altro non sono previste né dalla legge né dall'accordo di coalizione". Lo dice il governatore altoatesino Arno Kompatscher in merito alla classe con soli 'non tedeschi' alla scuola elementare Goethe di Bolzano. Il presidente della Provincia autonoma spezza invece una lancia per colloqui di preparazione e per il dialogo che "servono per poter trovare soluzioni mirate e ponderate, nell'interesse di tutti: della classe e dell'alunno".

Kompatscher ricorda che la Provincia sta già intervenendo nelle scuole con le situazioni più problematiche assegnando più insegnanti di sostegno e di lingua, "ma di certo non creando classi speciali". "La scuola - prosegue - vuole essere inclusiva con alunni diversamente abili e questo vale anche per che ha esigenze si apprendimento di lingua particolari". Kompatscher, infine, si dice "perfettamente in linea" con l'assessore competente Achammer. "Con il populismo non andiamo da nessuna parte", conclude. 

Anche  il deputato Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione affari costituzionali della Camera è  d'accordo con la posizione di Kompatscher, così come per Anpi e Verdi, ovvero contraria all'idea della scuola Goethe: "Separare fisicamente le persone, e in modo particolare separare fisicamente i bambini non crea il senso di partecipazione ad un comune destino ma un senso di separatezza che essendo fisica allontana anche culturalmente". 

Questo, osserva Urzì, "è esattamente l'opposto di ciò di cui oggi abbiamo bisogno, ossia capacità sin dalle primissime generazioni di educare all'inclusione autentica". "Abbiamo bisogno di bambini che crescano nelle relazioni linguistiche e personali dentro e fuori la scuola con i nostri giovani per fare propri i valori occidentali e i modelli di riferimento che possono essere tali solo se praticati anche attraverso i contatti di banco che si acquisiscono quando per la prima volta si impara a conoscere la scuola come scuola di vita", ha poi concluso il deputato di FdI. 

Anche vari Sara Ferrari, deputata del Pd del Trentino Alto Adige e Irene Manzi, capogruppo in commissione istruzione camera dei deputati e responsabile nazionale scuola del Pd, si sono schierate a spada tratta nell'episodio: "La vicenda dell'Istituto scolastico di Bolzano in cui la dirigente ha pensato bene di comporre una classe di soli alunni di origine straniera, perché questi non nuocciano agli autoctoni di lingua tedesca rallentandone eventualmente il percorso di apprendimento, ci dice come, a volte, l'autonomia, quella scolastica e quella istituzionale possano essere usate in modo arbitrario e non per fare meglio".

"In questo caso ci auguriamo che sia possibile rivedere questa decisione assolutamente contraria alla Costituzione, la stessa che garantisce lo statuto di autonomia del Trentino Alto Adige e che all'articolo 3 riconosce uguaglianza di diritti tra diversi, mentre qui vengono lesi da una evidente chiara discriminazione razziale. Tutti i pedagogisti e chi davvero vive e lavora nel mondo della scuola sa perfettamente che la pluralità culturale è una ricchezza, che avvantaggia tutti gli studenti. Una pluralità che va accompagnata con misure specifiche, con la presenza di docenti di lingua, con iniziative di comunità educante che favoriscano effettivamente una reale e positiva integrazione. Affrontando le criticità per risolverle, anziché aggravandole con la creazione di classi ghetto, che promuovono una società basata sulla divisione di classe e di provenienza". 













Scuola & Ricerca

In primo piano