Bolzano, rapina in studio con pistola puntata alla tempia
L’uomo di 33 anni, che sabato ha puntato la pistola alla testa del veterinario Gallmetzer, da due giorni non poteva circolare in città
BOLZANO. Per il dottor Paolo Gallmetzer, uno dei più noti veterinari bolzanini, non è stata la prima volta in assoluto. Già una trentina di anni fa, quando esercitava in un ambulatorio in via Gaismair, si era visto puntare addosso una pistola. In quella occasione ad agire era stato un disperato con intenzioni suicide. Dal medico voleva ottenere una dose di “Tanax” il farmaco per l’eutanasia degli animali non più curabili. Il rifiuto netto del medico consigliò al disperato di desistere. L’uomo scappò ed una settimana dopo riuscì a togliersi la vita in un altro modo.
Sabato mattina (21 settembre) invece a puntare la pistola in faccia al dottor Gallmetzer è stato un cittadino ucraino di 33 anni, giunto a Bolzano circa un mese fa, già noto alle forze dell’ordine per una serie di reati (soprattutto furti) messi a segno in poche settimane. Il rapinatore non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi a Bolzano. Due giorni prima aveva ricevuto il foglio di via firmato dal questore.
I fatti sono accaduti nell’ambulatorio veterinario, da diversi anni attivo nella villa privata del professionista, all’inizio di via Sarentino, alla periferia della città dopo via Cadorna. Il dottor Gallmetzer era alla prese con i problemi di un micio con una zampa fratturata. E ad attendere di poter ritirare il gatto per riportarlo a casa dopo le cure c’era una cliente con tre figlioletti (uno di pochi mesi, un altro di circa 3 anni e una bambina sui 10 anni). Tutto avrebbero potuto pensare meno di dover assistere ad una rapina a mano armata.
L’uomo è entrato verso le 10.30 nell’ambulatorio del dottor Gallmetzer affermando di avere un problema con il proprio cane.
All’invito del dottor Gallmetzer di portare l’animale in ambulatorio per essere curato, l’uomo avrebbe fatto finta di uscire. In realtà avrebbe approfittato della libertà di movimento all’interno dell’ambulatorio per rovistare in alcuna cassetti. Il malvivente ha così trovato una pistola che il medico deteneva regolarmente. Si tratta di una “Franchi Llama calibro 7,65 Parabellum”, un’arma maneggevole da difesa di fabbricazione italo spagnola. Poco dopo il dottor Gallmetzer è andato in bagno e si è trovato davanti lo straniero con la pistola impugnata con la mano sinistra. L’uomo era molto agitato.
Puntando l’arma contro il veterinario, il bandito continuava ad urlare di volere i soldi. Il dottor Gallmetzer, sotto la minaccia dell’arma, ha raggiunto l’ambulatorio vero e proprio passando per la sala d’aspetto, urlando alla cliente con i tre figlioletti di mettersi in un angolo per cercare riparo. Poi una volta all’interno dell’ambulatorio ha consegnato al bandito il portafoglio che però non conteneva denaro in quanto gli incassi del giorno precedente erano già stati versati in banca. A questo punto il rapinatore si è notevolmente innervosito. Puntando la pistola alla tempia del medico si è fatto consegnare la fede nuziale, una fedina della moglie e la sua catenina che aveva addosso. Il bandito ha poi arraffato alcuni gioielli della moglie (Darma de Pretis, prima cugina della giudice costituzionale) e alcune monete antiche di valore per poi fuggire lungo la rampa del garage della villa. Il malvivente (che avrebbe anche cercato di farsi consegnare le immagini delle telecamere di sicurezza) si è dunque allontanato lungo via Cadorna con il bottino e la pistola della vittima (con otto colpi nel caricatore). Il dottor Gallmetzer ha tentato di inseguirlo armato di un’altra pistola con cui avrebbe voluto sparare alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio. Per fortuna le Volanti della polizia sono state velocissime. Dal momento dell’allarme ci hanno messo appena 4 minuti per giungere alla villa e ambulatorio.
Raccolta la testimonianza della vittima, una quarantina di minuti dopo l’autore del colpo è stato arrestato nella zona di via Garibaldi. In tasca aveva lo scontrino di un negozio “Compro Oro” del centro al quale la refurtiva era stata venduta per 480 euro probabilmente da un complice lettone di 30 anni, finito in carcere in stato di fermo per ricettazione. Il rapinatore ucraino è invece in arresto per rapina aggravata, in quanto commessa a mano armata.