Bancomat scassinati, sgominata la banda dell'acetilene: colpì a Vigo di Ton
Arrestati dai carabinieri di Bolzano due moldavi accusati di quattro assalti a bancomat
BOLZANO. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bolzano hanno arrestato due cittadini moldavi, residenti nel veronese, accusati di quattro assalti al bancomat operati nei mesi scorsi. I militari hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bolzano su richiesta della Procura della Repubblica altoatesina, in esito ad una complessa attività investigativa che ha impegnato per alcuni mesi gli uomini dell’Arma.
I due arrestati sono accusati del tentato furto ai danni della filiale “Cassa Rurale Della Bassa Valle Isarco” di Barbiano del 29 settembre, del tentato furto ai danni della filiale “Cassa Di Risparmio” di Vandoies del 3 ottobre, del furto ai danni della filiale “Cassa Rurale Della Bassa Valle Isarco” di Villandro del 5 ottobre, del furto ai danni della filiale “Cassa Rurale Bassa Anaunia” di Vigo di Ton del 12 ottobre.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Bolzano, hanno consentito, dopo complesse analisi dei traffici telefonici, delle numerose telecamere di sorveglianza posizionate in diversi punti della provincia, ma anche lunghe e meticolose attività di osservazione e pedinamento sui soggetti sospettati, di acquisire un grave quadro indiziario che ha consentito infine di giungere al provvedimento restrittivo.
I carabinieri avevano infatti avviato un meticoloso lavoro, tanto da creare una vera e propria “task force” costituita dagli investigatori del Nucleo Investigativo, artificieri e unità della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Bolzano, coadiuvati di volta in volta dai carabinieri di Bressanone e Ortisei, in relazione agli specifici colpi portati a segno.
I carabinieri di Bolzano erano arrivati già molto vicini ai due uomini quando lo scorso 12 ottobre avevano coordinato le operazioni di ricerca ed individuazione di due soggetti, scappati tra i meleti ed i boschi dopo il colpo ai danni della cassa rurale di Vigo di Ton. In quell’occasione l’operazione – che vide il prezioso contributo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Trento, della Compagnia di Cles, del 3° Nucleo Elicotteri di Bolzano e di squadre del 7° Reggimento Carabinieri Trentino Alto Adige di Laives - consentì di identificare i due presunti autori, ma le indagini proseguirono con grande scrupolo, proprio per raccogliere un quadro probatorio ampio e solido su tutta la banda.
I colpi compiuti dalla banda erano caratterizzati da grande rapidità di azione, con volto coperto e l’adozione di precauzioni per non lasciare tracce sul luogo del delitto. Gli autori introducevano con un tubo il gas all’interno dei bancomat, provocando poi una deflagrazione che in alcuni casi ha divelto il bancomat, ma sempre ingenerando danni rilevanti ai locali, esponendo a pericolo chiunque si trovasse per caso a transitare, in quell’orario notturno, nella zona. L’esame dettagliato delle immagini acquisite nei diversi siti, il confronto con le testimonianze acquisite, il complesso lavoro di analisi di tutti i sistemi di sorveglianza, di aree anche molto lontane dagli obbietti, ha consentito di ricontrare la meticolosa preparazione dei furti. La banda infatti eseguiva anche dei sopralluoghi nelle aree da colpire, fino a decidere quale fosse l’obbiettivo più proficuo.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bolzano che ha emesso il provvedimento, ha riconosciuto la sussistenza delle condizioni della custodia cautelare, in ragione del pericolo di reiterazione del reato ma anche di quello di fuga dei soggetti. In considerazione delle modalità di condotta particolarmente gravi, del numero e della gravità dei fatti contestati, dai quali si desume un accentuato spessore e capacità criminale del gruppo, il giudice ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un terzo soggetto destinatario della misura cautelare è attualmente ricercato.
Nel corso delle operazioni di arresto i carabinieri hanno peraltro trovato numeroso materiale che costituisce un rilevante riscontro alle indagini: tute, passamontagna, radio portatili, tubi e cavi elettrici identici a quelli utilizzati per le azioni criminali, ed anche una pistola a salve con il relativo munizionamento. L’operazione condotta costituisce un importantissimo risultato, cui si è pervenuti grazie ed un minuzioso e puntuale lavoro di indagine ed un proficuo coordinamento operato dalla procura della Repubblica. I due soggetti sono attualmente ristretti presso il carcere di Verona.