Bagarre in consiglio regionale, salta l’elezione del presidente. Zeni: «Fugatti se ne è andato in bici alla tappa del Giro»
Manca il quorum per eleggere il presidente, le minoranze vanno all’attacco. Il consigliere del Pd: «Anche a me sarebbe piaciuto pedalare fino a Sega di Ala, magari sfidando e battendo Fugatti, ma ero in aula per una seduta importante»
IL VIDEO: il presidente Fugatti sale con l'e-bike a Sega di Ala
TRENTO. Niente quorum per l'elezione del presidente del Consiglio regionale per la seconda metà della legislatura. Nel pomeriggio di mercoledì 26 maggio la votazione a scrutinio segreto ha dato come esito 36 voti per Josef Noggler, 2 schede bianche e una nulla.
Il presidente Roberto Paccher, dopo aver precisato che i partecipanti alla votazione non avevano raggiunto i 2/3 dei consiglieri (47), ha comunicato che mancando il quorum essa non era valida. I lavori sono stati quindi interrotti e Paccher ha annunciato la prossima convocazione di una nuova seduta per procedere ad un'altra votazione.
«L’atteggiamento arrogante e supponente di una consistente parte della maggioranza regionale ha inflitto un nuovo ed inatteso colpo alla credibilità delle Istituzioni dell'autonomia regionale». Così in una nota il gruppo Pd del Trentino sulla mancata elezione del presidente del Consiglio regionale. «In vista del rinnovo di metà legislatura della presidenza del Consiglio regionale, con la connessa turnazione tra gruppi linguistici, le minoranze sia di Trento che di Bolzano avevano chiarito, con largo anticipo, di ritenere gravemente inopportuna e ostativa a qualunque dialogo istituzionale la permanenza del consigliere Savoi nel ruolo di segretario questore del Consiglio regionale, a seguito delle sue note dichiarazioni offensive e sessiste», sottolinea il Pd. «La maggioranza ha preferito ignorare le obiezioni delle minoranze, nonostante lo Statuto imponga per l'elezione della presidenza del Consiglio regionale un quorum rafforzato, a indicare la necessità di una convergenza politica assai più ampia della maggioranza di giunta».
Ma sulla vicenda ha preso posizione anche il consigliere provinciale Luca Zeni (Pd) criticando la scelta del presidente Maurizio Fugatti di salire con la bici elettrica a Sega di Ala per l’arrivo del Giro d’Italia: «Sono un vecchio ciclista. Oggi mi sarebbe piaciuto molto salire a Sega di Ala per l’arrivo di tappa al giro. Magari sfidando Fugatti, a naso credo che sarei arrivato in cima per primo, io con la bici tradizionale e lui con quella a motore. Però ero in Consiglio regionale, in una seduta tesa e istituzionalmente importante, quella di metà legislatura, che per lo Statuto di autonomia doveva eleggere il nuovo Presidente del Consiglio. Come minoranze abbiamo sollevato la questione di sostituire come componente dell’ufficio di presidenza il consigliere Savoi, per la sua condotta non dignitosa. Di fronte alla totale indifferenza della maggioranza, non abbiamo partecipato al voto. Ma il numero legale è saltato anche per le assenze in maggioranza, a partire da quella del Presidente Fugatti, che ha preferito farsi un giro in bici. Il tutto mentre il suo assessore Bisesti in aula richiamava le minoranze al senso di responsabilità verso le istituzioni. Cioè avremmo dovuto garantire noi i numeri a una maggioranza incompleta e che non riconosceva la nostra semplice richiesta di cambiare Savoi come segretario questore. Sia chiaro, sono il primo a riconoscere l’importanza della presenza delle istituzioni a momenti di promozione del territorio come un arrivo di tappa al giro. Ma era già presente l’assessore al turismo, e si sarebbe dovuto tener conto del momento istituzionale che si era sovrapposto, e che non era una seduta qualunque. Anche da scelte come queste si vede il senso delle istituzioni, anche se un video in bici (elettrica) sicuramente fa più like di una seduta in aula».