Politica

Aumento di mille euro al mese, bufera sui consiglieri regionali: «È uno schiaffo ai lavoratori»

I sindacati all’attacco: «Nessuna sensibilità nei confronti delle famiglie schiacciate dal carovita. È una provocazione»


Paolo Campostrini


BOLZANO. "Uno schiaffo ai lavoratori": non va per il sottile Stefano Boragine. Legge degli aumenti ai consiglieri provinciali-regionali e insiste: «Sensibilità zero nei confronti delle famiglie schiacciate dal carovita». Poi, il segretario del sindacato Ago, l'organizzazione dei dipendenti enti locali, alza lo sguardo sul futuro prossimo e lancia un avvertimento: «Nel 2025 non porgeremo l'altra guancia quando si tratterà di discutere di contrattazione collettiva...».

È così calata come uno tsunami gelido, la decisione di uno dei consigli più benestanti del Paese di regalarsi un "aumentino" - vocabolo usato da uno dei consiglieri interessati - in vista di un Natale per altri di lacrime e sangue. Da gennaio scatta l'aumento dell'importo mensile lordo che sale a 11.489 euro. E passa a 820 euro il rimborso forfettario netto. L'incremento è del 10,5%.

Angelika Hofer guarda all'incremento in busta paga del "palazzo" e lo mette in relazione a quelli chiesti, e non ancora ottenuti, degli impiegati provinciali: «Abbiamo fatto una fatica tremenda a strappare almeno un'"una tantum" a chiusura del '24, senza neppure sfiorare la possibilità di aumenti strutturati - polemizza la segretaria Cgil dipendenti pubblici - che adesso ci piove addosso come una provocazione l'aumento di stipendio pere chi già guadagna il quadruplo di noi. È una decisione inappropriata».

Scorre il cumulo di indennità dei consiglieri che supera oggi in abbondanza gli 11 mila euro mensili anche Donatella Califano parte con una considerazione legata alla tempistica: «Momento sbagliato per via dell'ancor vivo malumore delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori stessi a proposito di una chiusura non entusiasmante del contratto collettivo nel pubblico». La segretaria Cisl si riferisce appunto alle difficoltà riscontrate in sede di trattativa per veder riconosciuti aumenti anche solo minimamente in grado di assorbire gli effetti negativi dell'inflazione. E quindi aggiunge: «Non entro nel merito della legittimità degli aumenti che i consiglieri provinciali si sono auto-riconosciuti ma semplicemente giudico inopportuno il metodo e soprattutto il tempo».

Riferendosi infine al contratto di cui si è appena finito di discutere, in attesa del ritorno al tavolo l'anno prossimo, Califano spiega: «Il sindacato ha formato quell'accordo non certo soddisfacente solo per senso di responsabilità. In attesa di tempi migliori. Ecco invece che questi tempi migliori la politica e il consiglio non hanno certo aspettato...». «Momento sbagliatissimo - commenta a sua volta Mauro Baldessari, segretario provinciale Uil - e scelta inopportuna proprio sul piano politico generale». E ricorda come proprio la Uil abbia sempre perseguito la moderazione nel tentativo di raggiungere un compromesso sul tavolo contrattuale dei dipendenti di palazzo Widmann. «Non è accettabile un simile aumento per chi già si trova nelle condizioni di guardare dall'alto le difficoltà che invece incontrano oggi migliaia di famiglie strette dall'inflazione e dai prezzi bolzanini a fronte di stipendi che hanno visto aumenti irrisori o punto. Così facendo - aggiunge Baldessari - si aumenta la distanza tra la politica e la gente. E questo non fa bene a nessuno, soprattutto non fa bene a chi fa politica amministra il bene pubblico». Con queste premesse si vedono già nuvole nere all'orizzonte delle prossime trattative sui contratti del pubblico impiego.













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