Villa Cian, a rischio 20 posti di lavoro
Carotta (Cgil): «Contratti fino a fine stagione, ora vogliono trasferire tutti a Verona o Torri del Benaco»
TORBOLE. I venti dipendenti che fino a domenica hanno fatto servizio a Villa Cian, da oggi sono ufficialmente a casa. La ditta Victoria sas di Verona, gestore dal 23 luglio 2009 del compendio torbolano, ieri ha ultimato lo svuotamento della struttura fronte lago, ottemperando all’ordinanza di sgombero per occupazione abusiva del patrimonio indisponibile emessa lo scorso venerdì dal sindaco di Nago-Torbole, Gianni Morandi. Baristi, camerieri, cuochi, pizzaioli, addetti al parcheggio e al noleggio dei lettini, quasi da un giorno all’altro, si sono ritrovati senza lavoro. “È stata una doccia fredda – ha commentato ieri un giovane dipendente – siamo stati avvisati della chiusura del locale solo venerdì, dopo l’ordinanza emessa dal sindaco, e il rancore è tanto”. Alcuni dipendenti hanno un contratto annuale, altri stagionale, che avrebbe dovuto cessare ad ottobre, e il momento non è di certo il migliore per trovare un posto di lavoro alternativo. “Nel nostro Paese tutto è possibile purtroppo – ha aggiunto il dipendente - e spesso la burocrazia dimentica che dietro un contratto ci sono persone che lavorano con dignità e passione, che hanno una famiglia e che contano su uno stipendio, che pagano un affitto e magari una macchina, e che, più in generale, hanno bisogno di lavorare. Oltre a questo – ha puntualizzato – c’è tanta delusione e amarezza nel vedere un gioiello qual’è Villa Cian chiuso al cospetto dei tanti turisti che in questi giorni stanno riempendo le spiagge torbolane”. Forte preoccupazione per la situazione dei venti lavoratori è stata espressa ieri da Mirko Carotta, segretario della Filcams Cgil: “I contratti di lavoro sono stati fatti per tutta la stagione, nonostante il termine del 23 luglio fosse noto – scrive Carotta – inoltre, solo pochi giorni fa i dipendenti hanno saputo della chiusura e di avere a disposizione, come unica alternativa, il trasferimento a Verona o, nella migliore delle ipotesi, a Torri del Benaco. In questa situazione – prosegue – l’unica tutela che hanno i lavoratori riguarda la distanza della nuova sede di lavoro, superiore ai cinquanta chilometri: in questo caso possono rifiutare il trasferimento e godere, da ottobre, della disoccupazione”. Carotta lancia però una frecciatina in direzione dell’amministrazione comunale: “Non avrebbero potuto fare un bando per i pochi mesi rimasti? Vista la situazione, con ogni probabilità si sarebbe presentata solo la società uscente”. “Un pensiero ai dipendenti lo facciamo anche noi, così come ci auguriamo che vengano rispettati tutti i diritti dei lavoratori – ha commentato il sindaco di Nago-Torbole, Gianni Morandi – tengo a precisare nuovamente che il Comune si è mosso in piena correttezza ed è inutile tornare nel merito delle questioni legali: il 23 luglio era una data nota da tempo, e credo che la miglior data per chiudere un’attività annuale sia, comunque, la scadenza naturale del contratto”.