«Le minoranze fuori dall’aula non rispettano la cittadinanza»
I capigruppo di maggioranza contestano la scelta delle forze di opposizione di disertare le sedute del consiglio per organizzare comizi in piazza: «Le istituzioni democratiche così sono in pericolo»
ARCO. Dopo che per la seconda volta consecutiva il consiglio comunale di Arco si è riunito senza la presenza delle opposizioni, scese in piazza in contemporanea per protestare contro alcune scelte fatte dalla maggioranza in merito alle nomine dei consigli di amministrazione di Amsa e Fondazione, i capigruppo di maggioranza Dario Ioppi, Tomaso Ricci, Tommaso Ulivieri, Roberto Zampiccoli e Marco Zanoni hanno messo nero su bianco le proprie preoccupazioni per informare la cittadinanza che «le istituzioni democratiche sono in pericolo».
Nel documento prendono le distanza da un certo modo di fare politica che, a loro dire, è «distorsiva dei valori fondanti di una Comunità». «Non parliamo - scrivono i consiglieri - dei massimi sistemi o (solo) degli attuali contesti internazionali, ma di quella progressiva incapacità a distinguere tra le forme e le modalità dell’agire democratico che, favorita dall’abbassamento del livello di cultura politica generale, rischia di erodere la credibilità dei sistemi rappresentativi a favore di forme partecipative che diventano pericolose sostituzioni anziché fungere da complemento».
Un attacco chiaro e diretto alle opposizioni e ai loro modi di agire: «Parliamo della democrazia partecipata delle piazze reali e virtuali che serve sicuramente a far crescere la coscienza politica collettiva e a indirizzare quella di chi amministra, ma che può diventare controproducente e destabilizzante se usata in contrapposizione ai luoghi della rappresentanza che tutti i cittadini hanno contribuito a comporre. Le persone elette in Consiglio comunale dovrebbero onorare questa delega secondo principi sanciti dalla Costituzione e dagli Statuti comunali. La presenza in questi dibattiti significa rispettare gli elettori e i lavoratori della macchina comunale, gli avversari politici e l’iter dei lavori che servono a tutta la cittadinanza. Ad Arco accade che per incapacità e ricerca di visibilità mediatica le minoranze abbiano scelto la scorciatoia dell’assenza dalle sessioni consiliari, cavalcando senza pudore quella deriva culturale e quell’analfabetismo istituzionale che poggia sul proverbiale “piove, governo ladro!”. Si producono mozioni e interrogazioni e non si è presenti in aula a discuterle, si esce progressivamente dalle Commissioni consiliari a favore di telecamere e in compenso si organizzano comizi in contemporanea ai consigli comunali chiamando qualche accolito per millantare una presunta maggiore partecipazione. Riteniamo grave e distorsiva dei valori fondanti di una Comunità questa modalità condotta da chi persegue mere ambizioni personali anche a costo di andare contro il bene della collettività».
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