Collegiata, Tamanini: «Una raccolta fondi per salvare l’organo» 

Il farmacista:« I soldi della Provincia non basteranno I cittadini contribuiscano a salvare questo gioiello»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. È stata accolta con soddisfazione la notizia dell’autorizzazione al progetto di restauro dell’organo Mayer della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Arco ad opera della Provincia e della Sovrintendenza ai beni culturali. Per sostenere le spese non ancora quantificate del restauro Carlo Tamanini, il noto farmacista arcense, ha suggerito di intraprendere una colletta da parte di tutti i cittadini e di chiunque voglia contribuire a sostenere le spese che si dovranno affrontare per portare a termine i lavori sull’imponente organo. Strumento che rappresenta un unicum in tutto il Trentino, sia per la sua particolare realizzazione lignea che per le raffigurazioni che vi sono incise. Tamanini, in anticipo di qualche giorno sulla delibera provinciale, aveva già annunciato nello spazio a lui dedicato all’interno della trasmissione “Lo speziale” in onda su Telegarda, la volontà di voler avviare una raccolta fondi.

«È un delitto - ha poi detto alla nostra testata Tamanini - lasciare che quest’organo si deteriori ulteriormente. È vero che si trova all’interno di una chiesa e che oramai nessuno più crede, ma quest’organo ha una storia e fa parte di Arco e per questo va tutelato e salvaguardato. Sarebbe bello - ha poi precisato - che parte dei fondi venissero proprio dalla comunità arcense». Tamanini spiega che indipendentemente dai costi dell’operazione il contributo provinciale servirà a coprire solo in parte le spese e quindi vi sarebbe “spazio” per il contributo della comunità. «Ciascuno una piccola donazione - insiste Tamanini - e insieme saremmo in grado di garantire la buona esecuzione degli interventi di restauro e ripristino. Il contributo provinciale non dovrebbe essere una piccola percentuale e quindi l’apporto economico di noi arcensi non sarebbe così gravoso per le nostre tasche e, soprattutto, non impossibile da raggiungere, ma avrebbe invece un bel significato. Molte cose ad Arco stanno cadendo a pezzi - chiosa Tamanini -. Cerchiamo di salvare il salvabile». L’organo in Santa Maria Assunta ha una storia molto lunga e a tratti nebulosa. La prima attestazione è del 1528. Seguirono restauri radicali e interventi minori a partire dal 1731 fino al 1880. L’attuale organo è la sommatoria di tutti gli interventi succedutisi nel corso dei secoli.













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