Caos tamponi, attivato il Coc 

Il caso ad Arco. Il sindaco Betta, preoccupato per le lunghe liste d’attesa, ha convocato il Centro Operativo Comunale per comprendere la situazione dei contagi: «Voglio vedere quale direzione stiamo prendendo, così da attuare delle strategie efficaci. Per non creare confusione»


Leonardo Omezzolli


Arco. Non lo dicono o non lo vogliono ancora dire, ma anche nell'Alto Garda e Ledro la situazione tamponi è tutt'altro che tranquilla. Anzi, dai medici di base sparsi sul territorio emerge chiaramente che non è più sostenibile procedere con le normali indagini “a tamponi”, quelle fatte principalmente proprio su loro segnalazione perché si sono già create lunghe liste di attesa che superano la durata di quella che dovrebbe essere la quarantena prevista per legge, ossia dieci giorni. Attese che rischiano di arrivare in certi casi, per pazienti privi di particolari sintomi, anche ben oltre le due settimane.

Che la situazione stia diventando estremamente problematica lo conferma lo stesso sindaco di Arco, Alessandro Betta, il quale, non direttamente dall'Asl, ma da altre fonti molto vicine al reparto tamponi dell'Alto Garda, ha ricevuto le medesime segnalazioni. Per il primo cittadino, quindi non c'è stata altra scelta che attivare nuovamente il Centro operativo Comunale (Coc) che sarà convocato con tutti i referenti dei vari settori coinvolti in questa crisi pandemica proprio per sondare il livello di difficoltà delle strutture ospedaliere, dei reparti tamponi e dei posti letto Covid. L'incontro avverrà nella giornata di domani alle 12.30.

«La situazione, che mi è attivata all’orecchio - ha affermato il primo cittadino -, è quella che ci vede entrare in un momento di prima difficoltà anche se segnalazioni ufficiali in merito non ne ho ricevute, anche se la percezione è ben diversa. Proprio per questo - prosegue Betta - ho deciso di convocare la Coc e “metterci tutti intorno a un tavolo” per confrontarci apertamente su quella che è la reale situazione e vedere quale direzione stiamo prendendo, così da poter attuare delle strategie efficaci. Non dobbiamo - prosegue il sindaco - trasmettere confusione e va intrapresa una linea comune. Quello che mi sento di dire è che siamo sul pezzo, che non stiamo lasciando nulla al caso, ma è chiaro che si sta entrando in una zona di difficoltà».

Sale quindi la tensione per il Covid anche nell'Alto Garda sebbene al momento non sembrano esserci situazioni problematiche, ma è anche vero che se il sistema di tracciamento attraverso la pratica dei tamponi non riesce ad essere efficace sulle tempistiche questo stesso metodo d'indagine perde la sua naturale efficacia, compromettendo la rete stessa della “prevenzione” Covid.

L’allarme al momento sta passando sotto traccia e solamente all’interno delle strutture poste in prima linea, ma da domani, molto probabilmente, il vaso di Pandora sarà scoperchiato e meglio si potrà capire la reale situazione altogardesana, zona che, fino ad oggi, non sembra aver fatto emergere focolai di contagio così gravi da indurre le autorità locali e i sindaci a prendere provvedimenti ancor più restrittivi di quelli imposti dal Dpcm nazionale e dalle ordinanze provinciali.

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