«Turismo e disabilità, poche strutture accessibili»
La tavola rotonda organizzata da Shqipet: «Aprirsi ai disabili è un business» A breve ci saranno una app e un sito dedicato al “Trentino per tutti”
ALTO GARDA. «Nel mondo, ci sono circa un miliardo di persone che ricercano accessibilità in vacanza. Persone che, mediamente, pernottano nelle strutture per dieci giorni, spendono 620 euro a testa e, per di più, molto raramente viaggiano sole» - questi i dati che il vicepresidente dell’associazione Shqipet, Ricard Tomorica, ha presentato sabato scorso in occasione della tavola rotonda su turismo e disabilità, tenutasi presso il Cantiere 26. «Non serve fare troppi calcoli per capire di che fetta enorme di clientela, e perciò anche di guadagno, si tratti» - ha aggiunto - «eppure troppo spesso, l’idea di un turismo che sia accessibile, viene completamente ignorata dagli albergatori. La realtà è che si pensa di dover rendere le strutture adatte a qualcuno, ma è l’esatto opposto: bisogna solo renderle confortevoli per tutti».
Primo incontro in Alto Garda tra associazioni ed enti, “Accessibilitiamoci” ha voluto tracciare delle linee guida pro futuro per imprenditori, impiegati nel settore, ma anche per le amministrazioni. Presenti in sala, infatti, gli assessori del Comune di Arco, Silvia Girelli e Stefano Miori, e il vicepresidente della Comunità di Valle, Carlo Pedergnana, a cui i diversi relatori hanno mostrato numerose proposte: dagli adeguamenti delle stanze, ai siti internet per tutti, ad, ancora, nuove figure professionali come quella dell’”accessibility manager”. «Turismo accessibile vuol dire, innanzitutto» - ha perciò spiegato Tomorica - «far sì che gli alberghi siano fruibili ai disabili – e ad oggi si calcola che solo il 30% lo è – con spazi adeguati e con personale competente». A ciò si deve aggiungere, come ha illustrato meglio Fabio Lotti, della cooperativa Yeah, «la capacità di farsi trovare, attraverso un sito internet privo di barriere digitali, come potrebbero essere delle scritte su sfondi particolari o delle immagini che scorrono troppo rapidamente». In tal senso, ha proseguito, «esistono dei parametri base da rispettare e che, per altro, danno enormi vantaggi anche nella visibilità all’interno dei motori di ricerca». Ma le proposte, in direzione di un turismo accessibile, possono essere innumerevoli: «Le Apt potrebbero dotarsi di un “accessibility manager”, una figura che faccia da intermediario tra i bisogni del disabile e quel che il territorio offre» - ha suggerito ad esempio Tomorica.
Iva Berasi, intervenuta in qualità di presidentessa dell’Accademia della Montagna, e Graziella Anesi, di HandiCrea, hanno illustrato una serie di iniziative già avviate in direzione di un miglioramento dell’offerta: «Anni fa abbiamo istituito dei marchi “open”, riconosciuti a livello provinciale, che attestano l’accessibilità di luoghi ed eventi, che a breve raccoglieremo anche in una app e di un sito dedicato al “Trentino per tutti”» - hanno spiegato. «Dalla formazione delle guide, alla creazione di percorsi, dobbiamo capire che il disabile che vuole andare in vacanza esiste, ma soprattutto che, una volta sul posto, desidera quello che desiderano tutti: fare esperienze».