Gestioni associate, Cia «bacchetta» Drena
DRENA. Si fanno concrete, le lamentele sulla gestione associata tra Dro e Drena. Ne parla in un’interrogazione il consigliere provinciale Claudio Cia; ne ribadisce i limiti il sindaco del Comune...
DRENA. Si fanno concrete, le lamentele sulla gestione associata tra Dro e Drena. Ne parla in un’interrogazione il consigliere provinciale Claudio Cia; ne ribadisce i limiti il sindaco del Comune demograficamente più piccolo, Tarcisio Michelotti.
Ad aver destato l’attenzione del consigliere di Agire per il Trentino, in particolare, l’affidamento, risalente ad alcuni mesi fa, a un soggetto esterno alla stessa amministrazione drenese, nella stesura del rendiconto per la gestione 2016. «La dottoressa incaricata» - scrive Cia - «si è pertanto occupata delle attività di verifica dietro un corrispettivo di quasi 5 mila euro». Una scelta e una cifra che comportano, a suo avviso, degli interrogativi: «Che un Comune, nel qual caso quello di Drena, in gestione associata con quello di Dro per il servizio ragioneria e finanze, non disponga di personale qualificato e professionalmente preparato per una mansione ordinaria, pare abbastanza strano» - prosegue il consigliere. «Allo stesso tempo è ovvio che se la gestione associata fosse una felice intuizione, si rileverebbe produttiva e sarebbe in grado di economizzare risorse». Le colpe sarebbero pertanto da far risalire, aggiunge ancora, «all’incapacità di amalgamare, di creare integrazione, di promuovere sinergia tra le due municipalità», sia essa dell’amministrazione in causa o del processo di collaborazione stesso.
Parole dure, che in qualche misura lo stesso sindaco di Drena, Tarcisio Michelotti, riconferma, indirizzandole verso il percorso oggi in atto: «Il nostro personale è competente, ma si è trovato a dover affrontare una serie di cause di forza maggiore, tra turn over, cambiamenti di sede e permessi di maternità» - afferma. «A ciò si aggiunga il fatto che la burocrazia e le normative che la gestione associata richiede sono complesse e del tutto nuove per i nostri uffici. Il risultato è che per poter consegnare la documentazione in tempo (entro il primo luglio) ci siamo dovuti affidare alla dottoressa Di Giampietro». Un episodio estemporaneo che pure nasconde un’insoddisfazione più grande: «I meccanismi provinciali per la gestione associata nascono sulla carta come proposte di lavoro in sinergia e di ottimizzazione delle spese, ma si rivelano nei fatti poco a favore dei Comuni minori, che restano trascurati e pagano le conseguenze di complessi processi di implementazione, come può essere l’informatizzazione dei servizi».
Sarà la fusione a rappresentare il superamento delle attuali difficoltà? Per Cia, «non c'è da aspettarsi molto da una ipotetica unificazione delle municipalità». Dell’opinione opposta invece Michelotti: «Al momento il personale deve far fronte a uno scoglio, che è quello della gestione di due amministrazioni con problematiche diverse, della stesura di due bilanci, del portare a termine il doppio del lavoro, ma la fusione renderebbe tutto il processo più fluido e semplice».
(k.d.e)