Fedrigoni e Cartiere del Garda fermano la produzione
alto garda. Come anticipato, tornano a fermarsi (causa coronavirus e con relativa cassa integrazione) le Cartiere del Garda, “imitate” per la prima volta anche dalle Fedrigoni. La fabbrica rivana di...
alto garda. Come anticipato, tornano a fermarsi (causa coronavirus e con relativa cassa integrazione) le Cartiere del Garda, “imitate” per la prima volta anche dalle Fedrigoni. La fabbrica rivana di viale Rovereto («al fine di allineare la produzione al livello situale degli ordini provenienti dal mercato», ha spiegato la direzione aziendale in una nota interna) avrà un nuovo stop dal 27 aprile al 3 maggio, periodo durante il quale verranno comunque garantiti il contatto e il servizio ai clienti, la continuità nelle spedizioni e l'operatività del reparto self adhesive e di specifiche attività di allestimento prodotto. La Fedrigoni di Arco si fermerà invece da domani al 3 maggio e dal 23 al 31 maggio compresi, così come teoricamente la Fedrigoni di Varone (ma ieri sera non c’era ancora l’ufficialità): «Ci vediamo costretti a richiedere alla cassa integrazione guadagni – hanno comunicato formalmente ieri i vertici aziendali – con causale “emergenza Covid-19”. Tale decisione è resa necessaria e urgente dall’attuale contesto caratterizzato dall’impatto dell’emergenza sanitaria legata al virus». Per quanto riguarda Arco, «sarà attuata la sospensione dell’attività lavorativa nei riguardi di un numero massimo di lavoratori pari a 174 unità. La sospensione dell’attività lavorativa sarà totale». Stamattina è in programma l’esame congiunto della richiesta di cassa integrazione con i referenti sindacali anche per lo stabilimento varonese.
Tornando alle Cartiere del Garda, gli impianti del reparto fabbricazione saranno fermati durante il primo turno di lunedì 27 aprile, seguiti dal reperto patinatrici e dal reparto allestimento al termine del secondo turno della stessa giornata. La ripresa delle attività è prevista con le squadre che effettueranno il primo turno di lunedì 4 maggio (dalle 5). Continuerà l'operatività della centrale di cogenerazione in quanto servizio di pubblica utilità, così come proseguiranno le attività di portierato e vigilanza, di salvaguardia degli impianti e alcune di quelle collegate alla gestione di forniture e spedizioni (così come eventuali attività urgenti anche di ordine manutentivo). Presidio minimo per uffici reparti non collegati alla produzione. Per la “cassa”, l'azienda verificherà la possibilità di anticipare le integrazioni salariali in alternativa al pagamento diretto da parta dell'Inps, una volta valutati i dati economici del mese.