Brione, vallo tomo: ricorso degli ambientalisti 

La contestazione: il progetto invade alcune particelle nell’area protetta, mentre per la Provincia l’opera è interamente all’esterno della zona tutelata



ARCO. Potrebbero esserci degli errori nelle analisi prodrome alle approvazioni che hanno dato il via libera in linea tecnica al progetto preliminare della messa in sicurezza del versante orientale del Monte Brione in località Linfano. Errori che secondo Wwf Trentino, Italia Nostra, Comitato per la Salvaguardia dell'Olivaia e Comitato Sviluppo Sostenibile devono essere presi in considerazione e che potrebbero portare a dover rifare alcune valutazioni e conseguentemente a dover passare nuovamente dal consiglio comunale.

Secondo gli ambientalisti si sarebbe fatta confusione sulle aree di incidenza dei lavori che rientrerebbero, almeno parte di questi, nell’area protetta Monte Brione individuata sia come Zona Speciale di Conservazione (Zsc), sia come Riserva naturale provinciale. «Risulta palese un’evidente incoerenza - scrivono gli ambientalisti - tra quanto attestato nella delibera, dove si afferma che “Parte dell’ambito di intervento è ricompreso nell’ambito di un’area agricola di pregio e rientra nelle aree ad elevata naturalità”, e quanto certificato dal Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette della Provincia a firma del dirigente Claudio Ferrari». Nel documento provinciale si comunicava l’esito positivo della procedura di “Via” citando «l’intervento è localizzato in area esterna, ma in adiacenza, all’area protetta Monte Brione». A questa documentazione è correlata la Valutazione di Incidenza Ambientale (Via) redatta da Sandro Zanghellini. «Coerentemente con quanto attestato dal Servizio provinciale - spiegano gli ambientalisti - nella relazione si afferma che il progetto riguarda “un area confinante con il limite nord orientale della Zsc Monte Brione” e ancora più chiaramente si conferma che l’intervento “si colloca interamente all’esterno dei confini dell’area tutelata come Zsc”». A definire i perimetri della tutela è una delibera provinciale del 1992 che indica quali particelle fondiarie ne fanno parte. «Dal semplice raffronto dell’area del progetto del vallo tomo con l’area tutelata individuata dalla menzionata delibera provinciale - analizzano gli ambientalisti - risulta evidente che porzioni anche significative di particelle fondiarie della zona protetta risultano soggette ai lavori dell’opera di difesa passiva». Un errore che a detta di Wwf Trentino, Italia Nostra, Comitato Olivaia e Comitato Sviluppo Sostenibile è significativo nella corretta stesura della Valutazione di Incidenza Ambientale. «Riteniamo indispensabile - chiosano - che il Comune richieda una nuova valutazione che tenga conto dell’impatto effettivo del progetto sulla zona protetta da sottoporre nuovamente alla Provincia». (l.o.)













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