TRENTO

25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

In Italia tra le donne vittime di violenza, una su tre è aggredita dal partner. Il fenomeno sta diventando allarmante anche tra le bambine, sempre più oggetto di brutalità.



TRENTO. Sono  più di 50 i posti occupati presenti in città nei principali luoghi della cultura, fino al 26 novembre. Teatri, musei, spazi culturali, Università, luoghi della formazione, uffici dell'amministrazione esporranno questo simbolo che rende visibile quel vuoto generato da gesti spesso gratuiti e concorre ad alzare l'attenzione dei cittadini.La cultura si fa parte attiva in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica, ponendo l'attenzione sul tema del femminicidio, che significa distruzione fisica, psicologica, economica, istituzionale della donna in quanto tale.

 

In Italia, tra le donne vittime di violenza, una su tre è aggredita dal partner, ed il fenomeno sta diventando allarmante anche tra le bambine, sempre più oggetto di brutalità.

Nel mondo.  La violenza ha forme diverse, legate anche ad un preciso retaggio culturale: è il caso di molti paesi africani dove, ad esempio, le donne vittime dell'odiosa pratica della mutilazione genitale femminile sono circa 200 milioni. Infibulate, escisse, circoncise, sono giovani donne e bambine che, in una trentina di Paesi africani e mediorientali, afferma l'Unicef, nel 2015 hanno subito mutilazioni genitali da cui saranno segnate per sempre a livello psicologico e fisico soprattutto con infezioni, ma anche con maggiore mortalita' e dolore quando partoriranno.

In questi paesi si tratta di pratiche tradizionali e 'necessarie' affinche' le donne siano considerate rispettabili, illibate, pronte per essere spose e madri. Ma per il resto del mondo si tratta di atti di barbarie. E poichè la violenza non è solo quella brutale, in questa giornata i riflettori andrebbero accesi anche sui 70 milioni di spose bambine nel mondo: il matrimonio precoce, che nell'Asia meridionale tocca percentuali superiori al 45%, e' considerato espressione di una violazione dei diritti umani. Se la tendenza proseguira' con l'andamento registrato fino ad ora, di qui al 2020 circa 142 milioni di bambine si saranno sposate prima di aver compiuto 18 anni, cioe' 37mila ogni giorno, rilevano varie associazioni.

   













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