l’opinione

«Per salvare l’ambiente iniziamo a non basarci più sul Pil»

Il prodotto interno lordo non può essere considerato come la misura del successo perché misura beni e servizi che hanno un prezzo di mercato, ma la maggioranza dei beni ambientali non ha un mercato e quindi un prezzo
 


Geremia Gios


TRENTO. Per molto tempo, fino a 40/50 anni fa si è ritenuto che l’aspetto più importante fosse la fornitura di materie prime. Basti pensare, ad esempio, alle discussioni relative al potenziale esaurimento dei combustibili fossili. Oggi il tema centrale delle preoccupazioni ambientali è rappresentato dalla capacità del pianeta di assorbire le diverse sostanze inquinanti. Il riscaldamento globale provocato dai gas serra è un esempio di tale problematica. Con tutta probabilità il tema della biodiversità ossia del mantenimento di modalità diverse con cui la vita si presenta a fronte della crescente spinta verso l’uniformità conseguenza dell’attuale organizzazione economica sarà il problema ambientale più importante dei prossimi anni.

Fino a non molti anni fa il punto di vista della maggior parte dei commentatori sui rapporti tra ambiente e sistema socioeconomico era abbastanza facilmente identificabile, e oscillava tra due estremi praticamente opposti tra loro. Semplificando un po’, da un lato vi erano coloro che ritenevano la Natura molto più potente dell’uomo per cui era opportuno cercare di adeguarsi alle esigenze della medesima, dall’altro vi era chi riteneva che grazie alla tecnica e alla ricerca scientifica fosse possibile superare tutti i vincoli che l’ambiente poneva allo sviluppo.

Oggi la situazione è meno facilmente decifrabile. L’ambiente è diventato un tema di moda e non sostenere azioni volte a “salvaguardare” l’ambiente è considerato politicamente non corretto. Per questo coloro che non ritengono che l’ambiente sia effettivamente un vincolo allo sviluppo concentrano l’attenzione su di un aspetto ambientale specifico trascurando la visione dell’insieme. Questo nella speranza, o probabilmente nell’illusione, che nel frattempo qualche innovazione tecnica consenta di superare quel determinato problema potendo continuare gli affari come al solito senza modificare il modello di sviluppo perseguito.

In realtà senza un’ attenzione all’insieme dei vincoli ambientali nessun risultato duraturo potrà essere ottenuto. In particolare sono due gli elementi che chi ritiene che sia necessario salvaguardare l’ambiente dovrebbe considerare. In primo luogo sarebbe necessario non considerare più il prodotto interno lordo (PIL) come la misura del successo o meno di un sistema economico. Infatti in primo luogo il PIL misura beni e servizi che hanno un prezzo di mercato, ma la stragrande maggioranza dei beni ambientali non ha un mercato e quindi un prezzo.

Basti pensare, ad esempio, all’aria pulita o a un bel paesaggio. Basare il giudizio sul solo PIL significa avere una visione distorta della situazione e sottovalutare il ruolo dell’ambiente. In secondo luogo non è possibile considerare solo l’elemento che in un dato momento è di moda. Ad esempio attualmente l’attenzione è concentrata sulle emissioni di gas serra, ma ridurre le emissioni di tali gas con azioni che contemporaneamente riducono la biodiversità o aumentano altre forme di inquinamento può risultare controproducente. È necessario, pertanto, considerare tutti gli impatti che le specifiche azioni economiche hanno sul sistema ambientale. Sotto questo aspetto fondamentale è garantire un aumento di conoscenza proporzionato alla capacità umana di modificare l’ambiente. Il che significa avere velocità di mutamento adeguate e non le più elevate possibili.

(L’autore è professore di economia all’Università di Trento)









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