Un campo contro l’alta velocità

Oltre 700 “azionisti” hanno acquistato il terreno sull’asse del cantiere: ieri via al presidio permanente


di Sofia Verza

di Sofia Verza

BESENELLO

Essere veloci ed efficienti. Migliorare i trasporti senza causare gravi impatti sull’ambiente. Questi gli obiettivi alla base della realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/ alta capacità Verona- Brennero- Monaco. Ma sono anche i punti focali contestati dal movimento No Tav in Trentino, contro quella che, per costi economici ed impatto sul territorio, sarebbe l’opera più grande mai progettata per le valli dell’Adige e dell’Isarco. Si tratterebbe di 225 chilometri di gallerie tra le montagne, con un costo solo per l’Italia di circa 16 miliardi di euro. Il 14 novembre si è concluso l’atto formale di acquisizione di un terreno in proprietà collettiva indivisa presso la località di Acquaviva, nel comune di Besenello: 705 gli acquirenti che hanno partecipato alla campagna iniziata a settembre “Acquista un metro quadro di terra contro il Tav in Trentino”, riuscendo ad ottenere questi 2200 metri quadri di terreno. Nella giornata di ieri, è stato qui inaugurato il presidio permanente No Tav, che si propone di essere un punto di incontro per aumentare l’opposizione e la sensibilizzazione circa il Treno ad Alta Velocità del Brennero, «in cui sviluppare momenti di socialità intensa, tra assemblee, cene ed iniziative delle più varie, come ad esempio un orto sociale». L’area si trova sulla tratta prevista per la realizzazione della grande opera ferroviaria in progetto da ormai dieci anni, che secondo i promotori dovrebbe portare all’eliminazione del traffico merci dall’autostrada A22 o comunque trasferirne su rotaia una quota molto importante. Affermazioni molto contestate dal movimento No Tav, che basandosi sugli standard operativi internazionali analizza come l’attuale rete ferroviaria sarebbe utilizzata solo al 52% delle sue potenzialità. Più di 600 gli acquirenti trentini, a dimostrare l’alto livello di sensibilizzazione raggiunto sul territorio circa la resistenza conto la grande opera. La maggior parte di loro ha deciso di aderire alla campagna dopo il blocco del carotaggio idrogeologico in corso di realizzazione a Marco di Rovereto lo scorso 17 Ottobre: l’assessore alle infrastrutture e all’ambiente della Provincia, Mauro Gilmozzi, aveva in un primo momento negato che fosse correlato alla linea ferroviaria quanto piuttosto alla realizzazione di barriere antirumore.

Per ora in Trentino non sono stati realizzati veri e propri cantieri, ma sono in corso tentativi di indagini idrogeologiche per la progettazione definitiva della circonvallazione di Trento e Rovereto, in parte bloccati dalla reazione unita della popolazione e degli attivisti No Tav. Secondo la lettera inviata nell’Ottobre 2014 ai Comuni di Trento e Rovereto dalla società Italferr – che ha l’incarico di eseguire l’opera per conto di Rete Ferroviaria Italiana – prima dell’inizio effettivo dei lavori sarebbe necessario realizzare sette carotaggi, con scavi profondi tra i 30 e i 150 metri, da concludere entro dicembre 2014. Poiché ad oggi ne sono stati realizzati solo due, i partecipanti al presidio di ieri si dicono «fiduciosi che i lavori non possano iniziare, non essendo stati realizzati i rilevamenti scientifici necessari per la progettazione della linea ferroviaria. Inoltre, secondo gli studi realizzati dal Politecnico di Milano, sette carotaggi per un area di 30 chilometri di ferrovia non sono sufficienti». Di sicuro questi studi non potranno essere realizzati ad Acquaviva: obiettivo degli acquirenti è infatti ostacolare il cantiere, obbligando eventualmente a realizzare non uno ma settecentocinque espropri: si allungherebbe così di molto la tempistica di realizzazione del progetto, che già di per sé avrebbe una durata di circa trent ’anni.

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