IL DIBATTITO

«La funivia? Nuovo impulso turistico» 

Lanzinger convinto dell’opera: «I visitatori attratti dai musei ci sono, se offriamo loro la natura è un valore aggiunto»


di Sandra Mattei


TRENTO. «È una nuova strategia di marketing, che cambia la qualità dell’offerta turistica della città di Trento». Chiedere a Michele Lanzinger un commento sulla presa di posizione del presidente Ugo Rossi della necessità di realizzare la funivia del Monte Bondone (vedi intervista sul “Trentino” di ieri) è un invito a nozze.

«Io l’ho sempre sostenuto - spiega il direttore del Muse, forte del successo decretato nei primi cinque anni di vita del Museo che registra 3 milioni di visitatori - che la funivia è un valore aggiunto. Un elemento distintivo di quello che è il messaggio che può offrire Trento ed i suoi dintorni, ovvero un’esperienza naturale in maniera diversificata, che comprende sia la visita al Muse, sia l’esperienza attiva sul territorio».

E se l’attrazione della funivia che porta in Bondone riuscisse a convogliare solo un 10 per cento dei visitatori del Muse all’anno, 50 mila sui 500 mila di media, sarebbe già una garanzia.

Nel rispetto dei soggetti investitori e di chi è responsabile delle politiche, ovvero la Provincia, è nelle corde del Muse avere l’esperienza di un accesso sostenibile alla montagna. Una funivia, concepita secondo le tecniche più moderne, può diventare essa stessa un’attrazione, per non parlare del fascino che può avere in queste estati sempre più calde, avere la possibilità di arrivare in 20 minuti a quota 2000 metri. È chiaro che noi possiamo metterci un impegno ulteriore a convogliare i visitatori che arrivano da noi in quota, visto che sulla montagna di Trento abbiamo già le attività del Giardino botanico e della Terrazza delle Stelle.

Trento ha raggiunto di recente la soglia del milione di turisti. Perché la funivia potrebbe incentivare ancora gli arrivi?

L’elemento peculiare del Bondone è l’adiacenza tra un’area infrastrutturata e un’altra naturalistica, le Viote, accanto alla città, e questo è un valore innegabile. Sappiamo per esperienza che ci sono due categorie di visitatori della città, quelli che vengono una giornata e visitano il Muse, gli altri musei ed il centro. Noi possiamo puntare sull’escursionista del fine settimana, che è presente, ma non è così forte e che potrebbe avere un fortissimo potenziale perché disporrebbe della visita ai musei, perché la città storica è attrattiva ma è anche una città che offre una natura unica. È una nuova strategia di marketing, un nuovo posizionamento perché si può dormire a Trento o in Bondone, e si può stare 48 ore godendo dell’offerta della città e della montagna.

Non è una novità che voi sosteniate la funivia, ma ora pare che ci sia una convergenza sia del Comune che della Provincia, ed anche delle categorie economiche, come risulta dal masterplan sul Bondone che è stato commissionato ad un equipe di tecnici che parlano di funivia come acceleratore di eventi. È la volta buona?

Noi abbiamo partecipato al lavoro avviato dal Comune di Trento per mettere in campo tutte le potenzialità dell’ambiente naturale attraverso la Rete delle riserve del Monte Bondone insieme ad altri tantissimi soggetti e ci siamo trovati tutti d’accordo nel valutare le sue caratteristiche peculiari, che vanno tutelate ma anche valorizzate.

È stato valutato il rischio che l’afflusso di più visitatori possa compromettere l’equilibrio dell’ambiente naturale?

La Rete delle riserve è un nuovo modo di vedere la tutela ambientale attraverso le direttive Habitat europea, nel quale sono i territori a darsi delle strategie, con il coordinamento del Comune di Trento. Per questo il complesso naturalistico del Monte Bondone è un sistema protetto inserito in una logica di conservazione.

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