Zorzi contro Fauner «Non farò la 50 km ma merito rispetto»

Il campione fassano accetta il “no” del d.t. azzurro all’ultimo “giro d’onore” ai Mondiali: «Però non parliamo di figuracce»


di Luca Franchini


TRENTO. Di caffè amari, nel corso della lunga carriera agonistica, ne ha dovuti bere più d'uno. Come due anni fa, quando, con tanto di risultati in tasca, non fu convocato per i Mondiali di Oslo, senza dimenticare l'esclusione dalla staffetta di Vancouver 2010, dove fu messa in discussione la sua tenuta sulla distanza (poi chiuse la 50 km, con tanto di fuga solitaria, in 11esima posizione!). L'ultimo caffè amaro Cristian Zorzi lo ha dovuto ingoiare ieri, incassando il "no" di Silvio Fauner per la rassegna iridata di Fiemme, arrivato proprio dalle colonne del nostro giornale.

Ma non è tanto un "no", uno dei tanti, ad aver infastidito l'eclettico fondista fassano. Fauner ha parlato di mancanza di risultati per una possibile convocazione, ma ha poi addirittura accennato ad una possibile "figuraccia" per lo Zorro olimpionico e mondiale. Anzi, non convocarlo, secondo Sissio, sarebbe stato il modo migliore per risparmiargliela.

«Tengo a precisare che io non ho mai chiesto nulla – spiega Zorzi – non ho mai fatto le gare parlando e tanto meno, solo parlando, mi sono mai conquistato la convocazione. Sono sempre stato il primo a chiedere che venisse premiato il merito ed ho fatto un pensierino alla 50 km iridata perché la vedevo come un possibile premio alla carriera, nella ferma consapevolezza di non portare via il posto a nessuno, in una gara in cui l'Italia non ha particolari velleità di medaglia».

Non si parli, però, di figuraccia. «Dire che andrei incontro ad una possibile "figuraccia" – continua il 40enne campione di Moena – è un'offesa nei miei confronti, soprattutto perché qualcosa per il fondo italiano penso di averlo fatto. Magari a volte eccedendo con la mia esuberanza, ma sempre sincera e spesso accompagnata dai risultati. Ripeto, non ho mai chiesto nulla. Mi sono sempre guadagnato tutto. Stavo preparando la 50 classica, sapendo di poter puntare in condizioni ottimali ad un piazzamento nei 20. Per dirla in breve, non mi sento uno scarso. O non più scarso di tanti altri. Due anni fa meritavo di andare ad Oslo e non fui convocato. Se ora le cose stanno così, allora davvero preferisco starmene a casa… non vorrei mai far fare una figuraccia all'Italia del fondo. A quella maglia per cui mi sono speso per tanti anni e da cui ho anche ricevuto molto».

Fauner ha parlato, piuttosto, di un'apertura per la 50 km skating di Oslo… «Andrebbe bene, benissimo – conclude il finanziere fassano – E ripeto: io non ho mai chiesto nulla. Ma non ci sto a sentirmi dire che rischierei una "figuraccia". La mia rabbia e il mio fastidio sono legati solamente a questo».

A Fauner, che ricopre il non facile compito del direttore agonistico, vorremo però dire di non preoccuparsi più del dovuto. Non sarebbe una "figuraccia" di Zorzi a far cadere nel baratro il movimento del fondo azzurro, quello che lo stesso Fauner, non meno e forse più di Zorro, ha contribuito da atleta a fare grande. Da tifosi, forse di parte, quella "figuraccia" tra gli applausi del pubblico fiemmese non ci dispiacerebbe nemmeno tanto potercela godere. E forse, in quella giornata, permetterebbe al fondo azzurro di conquistarsi una vetrina a livello mediatico che un 20esimo o un decimo posto di qualunque altro azzurro non garantirebbe. Fauner ha ragione quando dice che «un Mondiale è un Mondiale». Così come Zorzi è un olimpionico ed un iridato. E andrebbe trattato come tale.

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