Un altro Grillo alla Marcialonga: è Paolo Bettini
Il campione olimpico e mondiale di ciclismo si cimenterà nella granfondo di Fiemme e Fassa domenica 28 gennaio
PREDAZZO. Paolo Bettini, professionista dal 1997 al 2008, soprannominato “Il Grillo” come Maurilio De Zolt che per quattro volte si aggiudicò la Marcialonga, è stato campione olimpico su strada ai Giochi di Atene 2004 e campione del mondo di specialità nel 2006 e nel 2007, e si trova ora in Val di Fiemme e in Val di Fassa sul tracciato Marcialonga per cimentarsi con una sfida davvero difficile per uno che inforca gli sci dopo una lunghissima pausa agonistica, e prepararsi per affrontare la 45esima edizione: “Prima ho accettato di partecipare a questa sfida di Marcialonga, dopo ho messo gli sci ai piedi. La mia esperienza sugli sci da fondo risale a due mesi fa. Sto cominciando ad appassionarmi e questo mi fa paura, perché quando le cose cominciano a piacerti, si alza sempre l’asticella. È sicuramente una sfida, la prima del 2018”.
Forse più complicata del titolo olimpico 2004: “Se devo essere sincero, mi è venuto talmente facile vincere un’Olimpiade, che questa è sicuramente la sfida più difficile!”. Bettini si sta allenando per affinare lo stile e la condizione atletica: “La prima cosa è godersi questa vallata fantastica, ci sono passato talmente tante volte in bici per il Giro d’Italia, ma sempre troppo in fretta. Sono valli che ci portavano ai grandi passi dolomitici. Ho dei bei ricordi del mio sport, del ciclismo. Ricordi faticosi, ma molto belli: correre nel Giro d’Italia, arrivare in mezzo alle Dolomiti ed essere lì davanti a lottare è sicuramente fantastico. Per questo evento vengo con uno spirito diverso. Sarò qua un paio di giorni per godermi il paesaggio, per acquisire anche un po’ di sicurezza sugli sci e poi rimandiamo tutto al weekend Marcialonga”.
Ma “Paolino”, una volta indossato il pettorale, difficilmente si tratterrà e inizierà a puntare a superare qualche “bisonte”: “La parte agonistica c’è ancora, un atleta non la perde negli anni e diciamo che la mia parte agonistica adesso è più una sfida con me stesso, è un divertirmi esplorando altri settori, conoscere più discipline possibili. Io ho avuto la fortuna di partecipare a tre Olimpiadi da atleta e una da commissario tecnico e, da sportivi, quando si ha a che fare con gli altri tecnici, con gli altri atleti, si diventa curiosi. Poi è anche bello mettersi in discussione e capire realmente, non solo a parole, cosa sono le altre realtà e questa, per me, è una grande opportunità”.
Da uno sport di fatica a un altro: le dinamiche tra ciclismo e fondo sono similari: “Diciamo che il fondo, storicamente, è l’alternativa alla preparazione per il ciclista, tant’è vero che i fondisti fanno ciclismo, strada e mountain bike per tenersi e per fare la base. Sono due sport di endurance, se volete, molto simili a livello di gestione della fatica e anche a livello di preparazione atletica”.
Nel ciclismo sono interessate di più le gambe, nel fondo più le braccia con la tecnica classica: “Si, nel fondo in tecnica classica oggi vanno quasi solo di braccia. Più che altro, a livello metabolico, la preparazione è molto simile e anche la gestione dello sforzo. Molte squadre giovanili, quelle che hanno la possibilità di portare i ragazzi d’inverno a fare fondo, lo fanno per diversificare e aumentare la resistenza. Il fondo è uno sport complementare al ciclismo”.
Come si affronta la preparazione da neofita dello sci di fondo? “Diciamo che ho lasciato tutti gli sport invernali al mio ‘dopo carriera ciclistica’. Ho iniziato su queste nevi, non lontano da qua, al San Pellegrino, con un signore di Predazzo che mi ha preso sotto la sua ala protettrice”.
Vogliamo nominarlo? “Dico solo Renato, un saluto al grande Renato, lui capirà!”.
Qualche volo sugli sci non spaventa l’ex corridore: “Oggi sono molto contento perché sono caduto una volta sola! Sono caduto molte volte ma ce lo insegnano da ragazzini: l’importante è sempre rialzarsi e andare avanti”.
Per essere una prima volta tutto si metterà nel proprio bagaglio d’esperienza: “Non mi do riferimenti o tempi perché mi voglio godere tutta la Marcialonga perché, oltre ad essere una grande manifestazione internazionale, è una giornata per godersi le due valli con tutti i suoi paesi e con tutto quello che andremo a vedere”.
Per una volta, dunque, vai con calma! “Forse, non posso prometterlo!”.