Trento, è qui la festa della pallacanestro
Tutto esaurito, grande show, ma la formula va ripensata
TRENTO. Davide Pascolo che va all’All Star Game in bicicletta – lo abbiamo incontrato attorno alle 16.40 sulla ciclabile di via Fersina in sella ad una mountain bike Trek celeste – dà l’idea del clima rilassato (anche un po’ troppo...) che ieri si respirava attorno all’esibizione delle stelle della Serie A, ma anche di quanto Trento sia ormai non tanto uno “stato nascente” nel panorama della pallacanestro nazionale – come l’ha per altri versi giustamente definita nei giorni scorsi coach Valerio Bianchini – quanto ormai una chiesa esattamente “al centro del villaggio” – come direbbe un altro allenatore, di calcio ma un po’ meno osannato... – della pallacanestro italiana.
[[(Video) Poeta ferito da Lockett nella gara delle schiacciate]]
Al centro del villaggio e ieri addirittura capitale, con la “partita delle stelle”: spettacolo sotto certi versi eccezionale, perché non succede tutti i giorni di vedere tanti campioni sullo stesso parquet. Solo per fare un esempio, oltre al già citato “Dada” e a Julian Wright, coach Buscaglia ha potuto giostrare campioni del calibro di David Logan, Austin Daye, Krunoslav Simon, Awudu Abass... Spettacolo però assolutamente fine a se stesso, con lo spiriro goliardico che ha preso il sopravvento già alla vigilia, segnata anche quest’anno da troppe defezioni. Anche in segno di rispetto nei confronti del pubblico – il PalaTrento era praticamente tutto esaurito – forse la Lega Basket dovrebbe impegnarsi a pensare ad una formula diversa, se non altro per risparmiarsi la salva di fischi piovuta anche quest’anno sui social all’hashtag #BekoASG2016.
Spettacolo molto meno fine a se stesso quello della gara del tiro da tre punti, vinta dal croato dell’Olimpia Milano Kruno Simon, e soprattutto il contest delle schiacciate, nel quale un minimo di vero impegno da parte dei protagonisti si è visto. Anche troppo nel caso di Trent Lockett. Entrata in campo in abiti borghesi con Miss Italia Alice Sabatini a braccetto, l’ala piccola della Dolomiti Energia ha cercato il numero ad effetto saltando in jeans sopra a Peppe Poeta, in versione fotografo-Guglielmo Tell: il primo tentativo è andato male, il secondo peggio, perché Trent ha urtato violentemente la macchina fotografica, ferendo il compagno di squadra al volto. Morale: Lockett è andato a cambiarsi, per poi perdere il contest in favore di Abass, che ha saltato – senza ferirlo... – nientemeno che Carlton Myers; Poeta è andato a farsi suturare con due punti.
Disavventura a parte, la formula del prossimo All Star Game andrebbe ripensata proprio partendo da momenti di esibizione pura quali le gare delle schiacciate e del tiro da tre punti, quelli che hanno davvero infiammato il pubblico del PalaTrento. A dire il vero gli applausi forse più calorosi sono stati quelli riservati, prima dell’inizio dell’esibizione, a colui che – a 80 anni suonati – rimane senza dubbio il personaggio più noto tra quelli che ieri hanno calcato il parquet di via Fersina, vale a dire Dan Peterson. Gli organizzatori gli hanno preparato l’immancabile torta di compleanno, ma a scaldare il cuore al mitico The Coach è stato sicuramente l’affetto degli appassionati di via Fersina, che l’hanno stretto in un abbraccio fatto di applausi. La partita è stata vinta dal Cavit All Star Team di Menetti e dello stesso Peterson con una grande rimonta nel terzo e nel quarto periodo. Ma vi assicuriamo che al risultato non ha badato davvero nessuno.
twitter: @mauridigiangiac
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