Michael “38” Umeh fenomeno dell’Aquila che tifa per Obama

Basket LegaDue. A tu per tu con l’americano-nigeriano «Da quando gioco in Europa mi sento più africano»


di Daniele Peretti


TRENTO. Michael Umeh, il giocatore che con la schiacciata di sabato sera ha scatenato gli internauti con più di 1300 visualizzazioni del video di You Tube in meno di tre giorni. Ma anche il realizzatore di 19 punti degli ultimi 23 segnati dall'Aquila nella partita con Imola ed il protagonista della miglior prestazione in assoluto al Pala Trento con 51 di valutazione; il primato precedente era di Luca Conte con 41, ma con la maglia di Castelletto.

«Sono arrivato a Trento come un giocatore sconosciuto, purtroppo mi sono infortunato ad inizio campionato e così non ho potuto dimostrare chi era il vero Umeh. Quella di sabato è stata senz'altro la mia miglior partita, ma il mio obiettivo resta quello di essere sempre al servizio della squadra, per contribuire a vincere».

Sconosciuto a tanti, ma per lei era altrettanto sconosciuta la società, cosa l'ha sorpresa di più?

«Sinceramente non mi aspettavo uno staff medico di questo livello ed una preparazione fisica così meticolosa. Purtroppo a causa degli infortuni sono, per così dire, i due settori che ho maggiormente testato. Sono stati senz'altro alla base del mio recupero».

Lei ha giocato in Spagna e Germania, ma mai in Italia. Quali sono le maggiori differenze tra i tre campionati?

«Il basket spagnolo è più tattico e meno spontaneo, perché gli allenatori vogliono avere sempre il controllo assoluto del gioco, anche in partita. Il campionato tedesco è fatto in gran parte dagli stranieri. È spettacolare, ma mai con gli stessi protagonisti. In Italia è una realtà del tutto diversa. C'è più transizione e pick and roll, che sono tipologie di gioco che si adattano benissimo alle mie caratteristiche».

Questo primo anno in Italia, lo considera un trampolino di lancio verso la serie A, oppure potrebbe restare anche per un'altra stagione a Trento?

«Il mio unico obiettivo è quello di fare una stagione di alto livello, non tanto per mettermi in mostra, quanto per una sfida a me stesso. Poi a campionato finito, vedrò cosa potrà succedere».

Dopo la prestazione di Imola, domenica a Bologna sarà un “osservato speciale”; che partita si aspetta?

«Prima di tutto l'aver eliminato Bologna in Coppa Italia non vuol dire nulla. Oggi la Biancoblù è una squadra del tutto diversa, sta recuperando gli infortunati ed ha il morale alle stelle per essere capolista imbattuta, quindi sarà una tutta un’altra partita. Mi aspetto una marcatura specifica, sulla quale stiamo lavorando».

E se finisse come con Garri con Imola, sempre marcato da due giocatori ?

«Andrebbe bene, perché ci sarebbe sempre un compagno libero: personalmente mi va bene tutto, basta vincere».

Lei è anche nazionale nigeriano, qual è il livello del basket in Nigeria?

«La nazionale si è qualificata per le Olimpiadi, è un dato significativo. Come è importante che adesso i nostri giocatori non abbiamo più problemi per andare in nazionale: è un aspetto molto importante a supporto di un movimento in crescita, fatto anche di ottimi giocatori».

Si sente più americano o nigeriano?

«Prima di venire a giocare in Europa senz'altro più americano. Adesso più nigeriano anche perché ho sposato una ragazza della Nigeria».

Negli Stati Uniti è tempo di elezioni: Obama o Romney?

«Premesso che non so se voterò, senz'altro Obama».

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