CALCIO SERIE D

La crisi del Mezzo: Zentil fa il barista per pagare l'affitto

Il trevigiano chiede garanzie al presidente Grassi: "Non posso giocare in perdita, se è così me ne vado"


Daniele Loss


TRENTO. Oggi incontrerà il presidente Alberto Grassi al quale chiederà garanzie. Altrimenti saluterà definitivamente la compagnia. Marco Zentil, difensore centrale del Mezzocorona, al momento è, di fatto, un “separato in casa”: la settimana scorsa non ha preso parte agli allenamenti e domenica non ha partecipato alla trasferta di Tamai. Il motivo? Zentil, al pari dei compagni di squadra e dei componenti dello staff tecnico, non percepisce i rimborsi spese (in serie D si chiamano così) da un paio di mesi. «Ad oggi abbiamo preso gli stipendi di agosto e settembre – spiega il giocatore – e poi basta. Per uno che vive principalmente di calcio è un grosso problema».

Venticinque anni, trevigiano di Motta di Livenza, Zentil ha alle spalle una discreta carriera tra professionismo e serie D: metà stagione ad Alghero, poi San Benedetto del Trento, Rodengo Saiano e Pizzighettone, prima dell'approdo, nell’estate 2013, al Mezzcorona dove è arrivato per volere di Loris Bodo. Nella scorsa stagione disputa 11 partite a metà campionato torna a casa. A luglio la società gialloverde, alla ricerca di un difensore centrale d’esperienza, lo contatta nuovamente e lui accetta di vestire nuovamente la maglia del sodalizio rotaliano, ma rispetto ad un anno fa la situazione non è cambiata.

«Tante promesse disattese – racconta il calciatore veneto – e continui rinvii. Lo scorso anno io, personalmente, non ho mai parlato con il presidente, quest’anno una volta sola. Avevamo stretto un accordo fatto di diversi punti: uno è stato rispettato (quale non lo dice, ndr), gli altri no. Io sono venuto qui con la prospettiva di giocare a calcio, ma se non percepisco lo stipendio diventa dura. Anzi, impossibile».

Lei dove vive adesso?

«A Salorno, da solo. Ho preso un appartamento e mi pago l’affitto, senza dunque gravare sulla società per quelle che sono le spese di vitto e alloggio».

E come si mantiene?

«Ho trovato un lavoro: faccio il barista al “Centrale” di Mezzocorona, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dopo l’allenamento. E fortuna che ho questo impiego».

Incontrerà tante persone, tanti tifosi: cosa le dicono?

«Tutti, sia a me che agli altri ragazzi che arrivano da fuori regione, chiedono come facciamo ad andare avanti e come possiamo accettare una tale situazione. Sino ad ora abbiamo stretto i denti, io per primo, ma questa situazione non è più sostenibile. Insomma: ho 25 anni, le mie spese e vorrei guardare al futuro con un po’ di serenità».

Gli altri, quasi tutti, tengono duro.

«Ognuno fa le proprie scelte. Io sono lontano da casa e non posso pensare di essere qui a giocare a calcio “in perdita”».

E adesso?

«Parlerò con il presidente e valuterò la situazione. La mia disponibilità a rientrare c’è tutta, ma lo farò esclusivamente a fronte di garanzie ben precise. In caso contrario me ne tornerò a casa e resterò a guardare sino al termine della stagione (i trasferimenti per i calciatori dilettanti sono chiusi, ndr), sempre che qualche “pazzo” dalla Lega Pro non mi chiami».













Scuola & Ricerca

In primo piano