Fondriest: il rosa dona a Wiggins

Il pronostico di Maurizio, che ha provato per noi la cronoscalata trentina del 23 maggio a Brentonico


di Maurizio Di Giangiacomo


BRENTONICO. Forse un po’ già scritto per quanto concerne il nome dei suoi più grandi protagonisti, ma al contempo incentrato su una sfida per il gradino più alto del podio che è apertissima. Meno severo di quelli passati a livello altimetrico, ma dotato di ben sei arrivi in salita e forse proprio per questo più aperto ai colpi a sorpresa. Il fascino della 96esima edizione del Giro d’Italia, che prenderà il via il 4 maggio da Napoli per concludersi domenica 26 a Brescia, è proprio questo.

La domanda, a poco più di una settimana dall’avvio della corsa rosa, è la stessa che ci siamo posti – e che vi abbiamo posto – all’indomani della tappa di Vetriolo Terme del Giro del Trentino. Perché se è vero che la salita della Sega di Ala ha incoronato vincitore Vincenzo Nibali, è altrettanto vero che in quell’occasione Sir Bradley Wiggins, l’altro grande favorito del Giro d’Italia, è incappato in un problema meccanico che l’ha messo fuori causa proprio quando la corsa entrava nel vivo. Chi vince ha sempre ragione, certo, ma l’unico risultato “omologato” rimane quello della tappa valsuganotta, nella quale lo “Squalo dello Stretto” è riuscito a precedere il capitano della Sky solo di mezza bicicletta: ai due attacchi del siciliano, il britannico ha replicato esattamente con la flemma di un baronetto, senza scomporsi, un po’ alla Indurain, ricucendo lo strappo in agilità ma scaricando sui pedali tutta la sua potenza.

All’ormai prossima edizione del Giro d’Italia i primattori dovrebbero essere ancora loro. Nel novero dei favoriti i bookmakers mettono Cadel Evans, che in verità ha visto le sue velleità sensibilmente ridimensionate dal Giro del Trentino, il vincitore del 2012 Ryder Hesjedal, il detentore della maglia a pois dell’ultimo Tour de France Samuel Sanchez e il vincitore delle edizioni 2006 e 2010 della corsa rosa Ivan Basso. Ma la Liegi-Bastogne-Liegi ci ha restituito anche un Michele Scarponi che merita la massima considerazione, se non per il podio, almeno per le posizioni immediatamente successive. Ma la sfida più attesa rimane quella tra Wiggins e Nibali, con il britannico che potrà contare sulla cronosquadre Ischia-Forio e soprattutto sulla cronometro individuale Gabicce Mare-Saltara (54,8 km, i ritardi saranno da sveglia) per scavare il solco tra sé e il suo principale avversario. Mentre lo “Squalo” avrà a disposizione la bellezza di sei arrivi in salita per volgere a proprio favore la contesa.

A fare la differenza potrebbe essere proprio l’unica tappa veramente trentina di questo Giro d’Italia, la cronoscalata Mori-Polsa di Brentonico, in programma il 23 maggio, prima di tre tappe di alta montagna, seguita dagli arrivi in salita della Val Martello – con Gavia e Stelvio– e delle Tre Cime di Lavaredo, condite da Costalunga, San Pellegrino, Giau e Tre Croci.

A Maurizio Fondriest abbiamo chiesto di provare la tappa trentina, ma anche un primo pronostico sull’ormai prossimo Giro d’Italia.

«Mi sembra una corsa forse meno dura di quelle delle scorse edizioni – spiega l’ex campione del mondo, oggi imprenditore di successo e fornitore della Flaminia – con tappe magari meno lunghe, ma al contempo ricca di finali interessanti. Spesso non sono il chilometraggio ed il dislivello a fare la differenza, quanto il disegno del finale».

Wiggins, Nibali o chi altri: per chi sono i favori del pronostico di Maurizio Fondriest? «Direi che Wiggins può contare su due frazioni, la cronosquadre e la cronometro individuale di Saltara, che dovrebbero permettergli di sopravanzare Nibali di qualche buon minuto. Il siciliano avrà però il terreno per replicare negli arrivi in salita, specie quelli più ripidi, sulle pendenze che Wiggins digerisce di meno».

Altri nomi? «Bisogna ovviamente tenere conto del vincitore dell’ultima edizione Hesjedal, di Evans, Basso e Scarponi – conclude Fondriest – ma non credo che possano andare oltre il terzo gradino del podio. Poi, la strada sarà giudice supremo, come sempre quando si va in bicicletta».

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