Belfanti non si ferma: "Trento subito in C"

Ipotesi ripescaggio immediato: il patron pensa alla squadra


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Ha vinto il Trento, evviva il Trento. Ma chi ci avrebbe scommesso sopra un centesimo solo sei mesi fa? Belfanti, di nome Piervittorio, imprenditore mantovano nel settore della ristorazione: accolto a Briamasco dai tifosi con la freddezza di chi ne ha viste troppe, ha saputo costruire su macerie pluriannali un modello di società leggero e allo stesso tempo professionale.

Ora,con la serie D in tasca, in via Sanseverino - rimbalzano voci dalla Lega - si starebbe ragionando addirittura su una possibie iscrizione alle nuova serie C che sembra affacciarsi nella geografia del calcio italiano, unificata (basta Prima e Seconda divione), strutturata in tre gironi, nord, centro e sud.

Un ripescaggio che costerebbe, con tante società con l’acqua alla gola, ben 320 mila euro. Dei quali 200 mila a fondo perduto e 120 mila di iscrizione. Boutade suggerita dal gran caldo? Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato con il numero uno della società aquilotta, Belfanti, appunto.

Presidente l’ipotesi del ripescaggio sembra un nonsenso dal punto di vista economico?

«Non è proprio così. E’ un’idea sui cui si sta ragionando. I 300 mila euro di costo non sarebbero affatto un’uscita senza rientro. La serie C, tra diritti televisivi e quelli legati alla valorizzazione dei prestiti, porta in dote un milione di euro. Se la D costa dai 400 mila euro di gestione, e la C dal milione e mezzo, capite bene che la differenza di costi per la società alla fine sarebbe di poco più di 100 mila euro. Ma per giocare in cambio subito tra i professionisti. E’ una strada».

Ma la strada maestra è, per ora, la serie D. Da affrontare come?

«In linea su come si è giocato quest’anno in Eccellenza. Senza fare follie, garantendo la sostenibilità dei costi. Partiamo per giocare un campionato dignitoso, sapendo che le difficoltà aumentano.Che il livello tecnico è superiore, ma anche che in D si gioca più al calcio che non nel campionato da dove proveniamo. In Eccellenza abbiamo dovuto convincere molti ragazzi a giocare con noi, ora con questo nuovo contenitore saranno i calciatori a doverci convincere di meritare un contratto con il Trento».

Ecco Belfanti, proprio questo. Chi può dirsi sicuro di rimanere e chi, di converso, le piacerebbe avere nella sua squadra il prossimo campionato?

«Per tutto questo saranno decisivi i prossimi tre giorni. Diciamo che, tra i quadri tecnici, l’unico nome che oggi è sicuro di restare è l’allenatore Marco Melone. Lo avete detto: mi ha convinto, qualche passaggio meno convincente lo abbiamo superato parlandone. Da lui si parte, come nel parco giocatori non si potrà prsumere da un uomo come Ferrarese che ha sposato il progetto Trento in tempi difficiili. E sulla cui classe non si può discutere. Tutti gli altri dovranno convincerci che vogliono rimanere».

Presidente avrà pure un livbro dei desideri?

«Mah mi piacerebbe avere nel Trento un Rosario Bucolo, centrocampista, di categoria superiore. O Cosimo Cosenza, della Vibonese, nome che ha già giocato da queste parti, a Bolzano. E, già che ci siamo, vorrei vedere nel Trento, per rimanere qui in zona, l’attaccante dell’Alto Adige,Clementi, che ha giocato nel Mezzocorona l’ultimo campionato».

Su cosa, mercato a parte, vi dovete concentrare?

«Sul settore giovanile. Qui dobbiamo ringraziare chi vi ha lavorato e fare punto a capo. In serie D dovremno schierare un ’95, due ’93 ed un ’94. Con queste premesse non potremo presumere da un vivaio che un tempo era un fiore all’occhiello e che è statosemi abbandonato».

Altro da segnalare?

«Sono felice che il sindaco di Trento abbia apprezzato il nostro lavoro, vogliamo rafforzare il nostro rapporto con Asis e mi piacerebbe aprire una “club house” per la squadra in centro».

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