Commercio, il governo impugna
Monti contro la “via trentina” decisa da Olivi. L’assessore: «Così si ritorna alle grandi speculazioni»
TRENTO. Il governo ha deciso di usare la mannaia contro la legge provinciale 21 che introduceva importanti novità nel settore del commercio, rispedendo al mittente la “via trentina” con cui l’assessore provinciale Alessandro Olivi aveva coniugato il decreto “salva Italia” che prevedeva la liberalizzazione totale del commercio.
La notizia è arrivata ieri pomeriggio negli uffici provinciali come un fulmine a ciel sereno: “La legge provinciale 21 contiene alcune disposizioni in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione che riserva allo Stato i principi in materia di tutela della concorrenza”, recita l’algido comunicato del Consiglio del ministri, e a leggerlo sembra quasi di sentire la voce del “Monti robot” reso famoso da Crozza. Ma c’è poco da ridere, quando al telefono risponde l’assessore Olivi: «Cosa vuole che le dica, evidentemente il governo pensa di omologare tutto il territorio italiano, come se Trento e Rovereto fossero Milano e Roma... Questo è accanimento politico, se salta la legge provinciale si ritorna alle speculazioni immobiliari pure, e si butta a mare un lavoro per cercare di trovare un punto di equilibrio tra tutela del territorio e interessi commerciali».
Il motivo del contendere è presto spiegato: la norma provinciale aveva portato una liberalizzazione generalizzata nei centri storici trentini, in modo da portare un po’ d’ossigeno a zone che rischiano di morire proprio per soffocamento. Ma aveva nel contempo introdotto un severo “principio di regia” che comportava dei vincoli ambientali e immobiliari stabiliti dalle Comunità di Valle e una decisione finale che spettava comunque alla Provincia. «Volevamo impedire l’arrivo di nuove grandi piastre commerciali come quelle previste a Trento Nord e in via Maccani, ma evidentemente il governo Monti preferisce il ritorno delle grandi speculazioni immobiliari anziché puntare con decisione alla riqualificazione dei negozi, e alla loro specializzazione», dice furibondo Olivi, «qui si vuole premiare l’omologazione dei territori, accanendosi con chi cerca delle vie serie e moderne per pensare allo sviluppo del commercio in territori particolari come il Trentino, a quella che io chiamo una “valutazione integrata del territorio” attraverso una programmazione seria e concertata». Inevitabile, a questo punto, il ricorso contro l’impugnazione. «Resisteremo, ci mancherebbe altro», conclude l’assessore.
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