Cmi, nove licenziamenti a partire da dopodomani
Nessun margine nella trattativa, rifiutata ogni soluzione alternativa alla mobilità Ravelli (Femca Cisl): «Accordo difficile, hanno detto di no a qualsiasi proposta»
TRENTO. Nè cassa integrazione straordinaria, né contratti di solidarietà, né part-time e tanto meno incentivi all’esodo. Per nove dipendenti della Confezioni Mode Italia (Cmi) di Mattarello è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo e ieri pomeriggio, dopo la firma dell’ipotesi di accordo, che lo stesso Marco Revelli (Femca Cisl) definisce «difficile», il sindacato ha convocato l’assemblea per spiegarlo ai lavoratori. L’ipotesi di accordo prevede che rispetto alla riduzione di personale comunicata a luglio (12 dipendenti, dei quali 10 allo stabilimento di Mattarello e gli altri 2 dalla sede di Milano), il numero per l’unità produttiva di Mattarello sia scesa da 10 a 9. A ciascuno dei nove lavoratori che verranno licenziati il 6 settembre e poi collocato in mobilità, verrà riconosciuto un importo pari a 15 mensilità e il pagamento dell’indennità di mancato preavviso, in cambio della rinuncia a impugnare il licenziamento. Per ridurre l’impatto sociale del licenziamento collettivo, la Cmi si è detta disponibile a sostener i costi di un percorso di outplacement con una società del settore.
Nonostante gli sforzi per scongiurare i licenziamenti e il tentativo del sindacato di trovare formule alternative, l’azienda non ha accettato di trattare né sulla riduzione degli esuberi né sull’utilizzo della cassa integrazione straordinaria. Revelli commenta con amarezza: «la trattativa è stata difficile perché purtroppo la direzione aziendale ha chiuso ogni tipo di proposta e ragionamento in merito a una cassa integrazione straordinaria e contratto di solidarietà, e nemmeno ha manifestato la disponibilità ad accettare orari ridotti per salvaguardare i livelli occupazionali.
La Cmi, che produce confezioni per uomo e donna con il marchio Calvin Klein, ha appena riaperto dopo due settimane di ferie e oggi conta 75 dipendenti. Ma è destinata a perderne nove a partire da giovedì. É l’epilogo di un duro confronto iniziato a metà luglio, dopo la comunicazione dell’azienda sulla volontà di tagliare il personale, con la dichiarazione dello stato di agitazione e numerosi scioperi per cercare di fare recedere l’azienda dal proposito dei licenziamenti. Tutto inutile: a nulla è servita la mobilitazione dei dipendenti dello storico stabilimento avviato a Mattarello nel 1962 e che negli anni ha assunto diverse denominazioni (Eston, Hilton, Vestimenta). La prioprietà, il gruppo americano Pvh, dopo una serie di acquisizioni avvenute lo scorso anno, intende procedere alla riorganizzazione delle produzioni. Oltre ai 75 dipendenti di Mattarello, la Cmi ne ha altri 55 nella sede milanese, destinata a perderne due da giovedì.