A Fiera la storia del cacciatore di 12 mila anni fa
Primiero. Oggi al Palazzo delle Miniere di Fiera di Primiero, ore 20.30, si tiene una conferenza su “Il cacciatore dei Ripari Villabruna in Val Cismon”, scienza ed emozione della scoperta della...
Primiero. Oggi al Palazzo delle Miniere di Fiera di Primiero, ore 20.30, si tiene una conferenza su “Il cacciatore dei Ripari Villabruna in Val Cismon”, scienza ed emozione della scoperta della sepoltura di 12 mila anni fa di un cacciatore; a relazionare saranno Aldo Villabruna e la dottoressa Michela Luise; saranno presenti l’assessore Francesca Franceschi per il Primiero e l’assessore Anna Antoniol per Sovramonte (Bl); modera la serata Daniele Dalla Valle di “Historia Nostra”. L’evento viene organizzato da “Historia nostra” con il patrocinio del Comune Primiero San Martino di Castrozza e il Comune di Sovramonte (Bl).
Il ritrovamento è di assoluta importanza mondiale; pochi ne conoscono le caratteristiche, se non appassionati e addetti ai lavori. Una sepoltura dalle caratteristiche uniche. Il Comune di Sovramonte ha in progetto l’allestimento d un museo e la rivalorizzazione del sito che potrà dare dignità definitiva alla scoperta; il progetto sarà illustrato nel corso della conferenza. L’idea del coinvolgimento del Primiero è stata la logica conseguenza del punto del ritrovamento e cioè l’asse stradale collega il sovramontino e il primiero e si spera in possibili sviluppi a livello turistico del sito, fruibili da entrambi i territori.
La storia del ritrovamento bellunese ha inizio nella primavera del 1987, quando Aldo Villabruna, da cui prenderà nome il riparo, transitando lungo la Valle del Cismon sulla strada statale che da Fonzaso conduce a Fiera di Primiero, giunto all’altezza del torrente Rosna, in seguito all’esecuzione di rettifiche eseguite in quel tratto stradale, si accorse che i lavori avevano portato alla luce, a ridosso di un’erta parete rocciosa, un riparo sotto roccia.
«Gli scavi da lì a poco scientificamente condotti dagli incaricati dell'Università di Ferrara, portarono alla scoperta dei resti del Cacciatore di Val Rosna. Il reperto giaceva supino, immerso nelle ceneri di un freddo focolare, ricoperto da sassi sicuramente tratti dall'allora prospicente torrente. Accanto al braccio sinistro dello scheletro, mutilato dalla benna della ruspa all'altezza dei femori (poi ritrovati) un corredo di oggetti non ricco ma emblematico della quotidianità di un cacciatore di allora, forse contenuto all'origine in un sacchetto di pelle - spiegano -. L'immancabile nucleo di selce, il percussore per toglierne le schegge, una lama di selce ed unico arnese in materiale organico una punta in osso incisa con tacche che farebbero pensare ad altrettante prede catturate. Gli studi effettuati ci dicono di lui l'altezza, un metro e 68, l'età, circa 25 anni, di sesso maschile, di corporatura assai robusta, senza apparenti malformazioni. La prova al Carbonio 14 lo ha datato a 12.040 anni fa». R.B.