Via Travai, residenti contro i bivacchi  «Tolgano le panchine» 

I negozianti denunciano anche problemi di spaccio  Il Punto d’Incontro: situazione migliorata, nessun allarme 



TRENTO. Commercianti e residenti di Via Travai chiedono al Comune di rimuovere le panchine. Una richiesta non nuova, che nel passato era arrivata anche per piazza Santa Maria Maggiore, una delle zone problematiche della città. «La nostra richiesta – ci dice Teresa Cozzella titolare del Salone Titti e portavoce insieme a Dino Moser del Bar Parallelo del Gusto – è prima di tutto nel rispetto della dignità umana di quei senza tetto che da una paio di settimane bivaccano anche con materassi, si fermano tutto il giorno nonostante la pioggia e sotto gli occhi di tutti fanno i loro bisogni. Se si allontanano, al rientro litigano anche violentemente, per allontanare il nuovo arrivato. La colpa non è loro e nemmeno del Punto d’Incontro, ma del Comune che tollera una situazione come questa».

Cozzella fa notare anche come non siano più i tempi di Don Dante: «Oggi arriva di tutto con pochi controlli e con la brutta stagione rimangono in zona ad aspettare la riapertura». Per Moser il problema è anche la sala ritrovo del Punto d’incontro: «L’idea è quella di dare un tetto a questa gente e l’idea è buona, solo che entra di tutto dall’ubriaco al tossico, da chi non c’entra nulla all’ammalato. Quando la sala è piena, escono direttamente sulla strada perché in quel tratto non c’è marciapiedi e così o loro o i passanti finiscono in mezzo alla via». Sono i commercianti a descrivere il giro dello spaccio: il contatto avviene all’interno della sala, poi le persone escono separatamente per raggiungere Vicolo del Nuoto dove avviene lo scambio con la sensazione che sia più per spacciare, piuttosto che per consumo personale».

«Chiariamo subito – riprende Moser – che non ce l’abbiamo col Punto d’Incontro, solo che oggi la struttura che occupa è diventata troppo piccola. Gli utenti sono aumentati in maniera esponenziale e la convivenza con abitazioni e negozi è diventata impossibile. Le panchine sono l’origine del degrado, per non abbandonarle fanno tutti i bisogni a fianco: ci rendiamo conto che passano cinque linee di autobus e che siamo a due passi da Piazza Duomo e da Piazza Fiera in una strada di percorrenza turistica». Al Salone Titti si entra suonando il campanello e si fa chiusura alle 18, lasciando il negozio mai da sole: « Lavoriamo chiuse dentro per evitare problemi. In questi giorni bivaccano perfino nel piccolo spazio che c’è davanti alla porta del negozio chiuso da anni. Possibile che il Comune non faccia nulla?». Un altro aspetto riportato dai residenti è quello dell’imbrattamento dei muri, molti dei quali sono di proprietà comunale: «Il nostro timore è che se nessuno fa niente, questo non sia altro che l’inizio di un degrado ben peggiore».

Giorgio Viganò, una delle colonne del Punto d’Incontro, non si sottrae: «È vero che le panchine vicino ai parcheggi da qualche mese sono diventate un bivacco notturno, l’abbiamo segnalato anche noi al Comune perché siamo preoccupati per l’arrivo del freddo. Quelle che restano lì sono le persone più fragili, quelle che neanche i servizi riescono a intercettare». «Ma nell’ultimo anno, dopo l’aggressione subita dai nostri operatori da parte di un ospite- prosegue Viganò - la situazione è decisamente migliorata. Il via vai di persone è diminuito, soprattutto nel pomeriggio. Molti dei nuovi arrivati dopo il pranzo si muovono in altri posti. Pochi oggi possono lamentarsi di litigi o schiamazzi. Noi siamo più attenti, il numero di ospiti è perfino un po’ calato e con loro il patto sulle regole è chiaro, no alla violenza e alla droga. Non vedo allarmi. »

(d.p.)













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