«Via deduzioni e detrazioni? Sarebbe un danno per gli artigiani»
TRENTO. «Temiamo che la flat tax porterà alla scomparsa delle detrazioni, con grave danno per le piccole imprese». L’Associazione Artigiani, durante la presentazione delle richieste ai candidati per...
TRENTO. «Temiamo che la flat tax porterà alla scomparsa delle detrazioni, con grave danno per le piccole imprese». L’Associazione Artigiani, durante la presentazione delle richieste ai candidati per le elezioni politiche, prende le distanze da una delle proposte più dibattute. Marco Segatta, presidente degli Artigiani trentini, avanza la richiesta di maggiore chiarezza normativa: «Rappresentiamo il 95% dell’economia italiana, solo in Trentino raccogliamo 10mila imprese, con 30mila lavoratori. La riforma più importante riguarda la stabilità normativa: non vogliamo più aspettare il 31 dicembre di ogni anno per sapere cosa cambierà.» Segatta sottolinea le difficoltà di lavorare in un territorio alpino: «Chiediamo ai candidati attenzione verso territori come il nostro, che per sua natura offre difficoltà logistiche: va salvaguardata l’autonomia, anche dal punto di vista finanziario». Per Segatta, lo snellimento della burocrazia deve essere un obiettivo: «Dobbiamo assumere una persona solo per sbrigare le pratiche, è un costo importante. Siamo favorevoli all’introduzione della fatturazione elettronica, ma che sia graduale, non da un giorno all’altro». Sempre nell’ottica di uno stato più leggero, Segatta propone di puntare sulle esternalizzazioni: «Lo Stato si sollevi da parte delle sue incombenze facendo ricorso a consorzi di aziende private». Dal punto di vista fiscale, per gli Artigiani il maggior costo è l’Irpef: «C’è bisogno di una riconfigurazione dell’Irpef che tenga conto delle dimensioni delle aziende. Chiediamo che si introduca la compensazione del credito delle imposte, attraverso l’alleggerimento della pressione fiscale». Segatta sottolinea i problemi dell’edilizia, dove la ripresa non è mai ripartita: «È un settore che ha sofferto molto, con la perdita di migliaia di posti di lavoro. È con l’edilizia che si investe poi maggiormente nel «made in Italy». Nicola Svaizer, vicepresidente vicario Artigiani Trentini, chiede più investimenti in innovazione: «Vogliamo che misure positive come i super ed iper-ammortamenti e il sostegno all’impresa 4.0 diventino strutturali: a livello nazionale mancano ancora gli investimenti in banda larga, anche se in Trentino la situazione è migliore». Sul versante educazione, Paolo Zanon, vicepresidente Artigiani trentini, insiste sull’importanza dei percorsi scuola-lavoro: «Noi operiamo già insieme alle scuole professionali, ma vorremmo coinvolgere anche gli istituti tecnici. Ci sono nuove formule, come l’apprendistato professionalizzante e l’apprendimento duale, ma per le imprese resta troppo complesso coinvolgere gli studenti: ci vogliono meno norme». (f.p.)