Vaia, a picco il prezzo del legname 

Il caso. Troppa offerta dopo la tempesta che ha distrutto migliaia di ettari di boschi trentini. I dati della Camera di Commercio: in media la perdita è del 30%. L’esperto: «Le amministrazioni non erano pronte per lo stoccaggio». L’esempio virtuoso dei Paesi del Nord Europa


Daniele Erler


Trento. È una legge elementare dell’economia: se l’offerta è superiore alla domanda, i prezzi crollano. Ed è esattamente quello che sta succedendo nel mercato del legname dopo la tempesta Vaia, con il rischio che la situazione possa peggiorare ancora nei prossimi mesi, quando il bostrico intaccherà le piante sane, come spiegavamo sul giornale di ieri.

Il confronto si può fare in Trentino consultando i dati della Camera di commercio, pubblicati ogni mese sul sito legnotrentino.it. Il prezzo medio del legname per gli alberi ancora “in piedi” è crollato del 60 per cento. Per quanto riguarda il legname “a strada” i prezzi sono crollati in media fra il 30 e il 35 per cento, pur con alcune variazioni sulla base delle classificazioni e del tipo di assortimenti.

In ginocchio

«Il mercato del legname è decisamente in ginocchio». A confermarlo è Davide Pettenella, professore al dipartimento territorio e sistemi agroforestali, all’Università di Padova. Nei mesi scorsi ha indagato più di mille aste di legname, prima e dopo la tempesta, in tutto il nord est. «In genere, i prezzi sono circa a un quarto rispetto alla condizione ordinaria. C’è stato un effetto positivo sulla bilancia commerciale, perché abbiamo smesso di importare il legname di scarso valore. Però i prezzi sono bassissimi, i proprietari stanno svendendo». In realtà, per l’autunno 2018 le previsioni sull’andamento del mercato erano già pessimistiche, anche senza Vaia. L’economia stava rallentando, soprattutto nel settore dell’edilizia. In più, nella prima metà dell’anno c’erano stati importanti schianti di alberi nel centro Europa: secondo una rivista austriaca di settore, a drogare il mercato c’erano già a disposizione circa 62 milioni di metri cubi di legname danneggiato, in quattro diversi paesi europei. Poi è arrivata Vaia.

Sistemi di stoccaggio

«Dopo la tempesta, si è subito percepito che nessuna amministrazione era pronta a un’azione importante di stoccaggio del legname – spiega Pettenella –. Soprattutto in Veneto, l’indicazione è stata di sgomberare tutto e di vendere il più possibile. E così i proprietari forestali si sono messi individualmente a cercare dei clienti, senza nessuna azione di coordinamento: è successo anche in Trentino. Le ditte boschive hanno percepito che c’era una grande disponibilità di legname, con la possibilità di acquistarlo a prezzi inferiori».

Ma da tutto questo si possono trarre insegnamenti utili. Ci sono paesi in Europa in cui il legname – scortecciato e impilato – viene stoccato dopo le grandi emergenze, in attesa di condizioni di mercato più favorevoli: negli aeroporti militari, nei piazzali e nei campi sportivi. Ci sono sistemi di irrigazione che mantengono il legno lavorabile anche per diversi anni. Sistemi più incisivi di coordinamento fra i vari proprietari forestali, siano essi pubblici o privati. Ma per riuscirci serve l’azione della politica.













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