Un sms per rubare denaro, la nuova truffa on line

Operazione della polizia postale con perquisizioni anche a Trento: il gruppo clonava carte di credito e i soldi finivano in shopping o in Albania e Svizzera


di Mara Deimichei


TRENTO. Un semplice sms che ti avverte che è arrivato il momento di aggiornare il tuo account, oppure che ti annuncia che potresti vincere ricariche telefoniche faraoniche semplicemente visitando determinati siti web. Insomma, sms come tanti che però sono una sorta di amo al quale abboccare costa molto caro. Servono infatti come cavallo di troia per entrare e clonare le carte di credito e prosciugare il conto corrente portando il contante su conti svizzeri o albanesi. È questa la nuova frontiera della truffa online, del «phishing» che in questo caso prende il nome di «smishing». E che, con un’operazione della polizia postale di Roma, ha portato all’arresto di cinque persone mentre altre 15 sono state perquisite. E fra questi anche un trentino. Gli indagati sono accusati di truffa, frode informatica, accesso abusivo a sistemi informatici e utilizzo illecito di carte di credito clonate.

La particolarità di questo sistema è che si supera il passaggio con la più normale mail e si una un sistema di comunicazione più immediato e veloce. E si sfrutta la sempre maggior diffusione degli smartphone. I messaggini che arrivano i contengono la richiesta di cliccare su un link e, quindi, di raggiungere una pagina web. Per ingannare, per spingere a fare questo passaggio in più, i truffatori sfruttano meccanismi psicologici, come l'urgenza o la possibilità di ottenere un vantaggio personale. La trappola scatta quando gli utenti, dopo aver cliccato sui link, approdano in siti online che sono stati appositamente creati e che chiedono l'inserimento di dati personali. E quindi dati anagrafici, riferimenti personali, password ma anche le indicazioni relative alla carte di credito.

Questa evoluzione del phishing utilizza sms che vengono generati continuamente in modo automatico da un sofisticato server capace di inviarne 300 al minuto a migliaia di telefonini. I dati rubati vengono quindi usati per effettuare acquisti online di materiale informatico, telefonini, abbigliamento, macchine fotografiche e, soprattutto, di ricariche telefoniche, ognuna di 300 euro, al fine di generare traffico telefonico e accumulare così punti premio di alcuni gestori telefonici, con lo scopo di ottenere i premi messi in palio che venivano poi venduti. Le carte di credito clonate erano anche utilizzate per ricaricare conti paypal e conti correnti svizzeri e albanesi collegati al sito di e-commerce posto sotto sequestro e oscurato dalla polizia postale. Gli investigatori della postale hanno stimato che in più di un anno le truffe hanno portato nelle casse dell'organizzazione guadagni per centinaia di migliaia di euro.

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