Troppi assenti in aula, salta la variante

Palazzo Thun, manca il numero legale. Le minoranze: «Indecente convocarci il 28 luglio»


Chiara Bert


TRENTO. Il secondo appello si è fermato a 23 presenti, 21 della maggioranza e 2 di minoranza (Giorgio Manuali e Francesco Porta). Volutamente fuori dall'aula 7 consiglieri del centrodestra, assenti - o in forte ritardo - 14 consiglieri del centrosinistra. Niente numero legale e così ieri sera è saltato l'ultimo consiglio comunale prima della pausa estiva. E con il consiglio è saltata anche l'approvazione della variante per opere pubbliche, un pacchetto di 35 interventi tra cui spicca il nuovo ponte sull'Adige alla Vela, a servizio del (futuro) inceneritore e del centro rottamazione.

«No alle varianti balneari - tuona il vicecapogruppo del Pdl Andrea Merler - era già successo con il piano della mobilità, è indecente essere convocati il 28 luglio, senza motivi d'urgenza, per trattare in fretta e furia in una seduta una delibera di questo rilievo. All'assessore Biasioli l'ho detto chiaramente già mercoledì sera. E se la maggioranza non è in grado di garantire il numero legale, non vedo perché dovremmo farlo noi». Non è bastato il secondo appello del presidente Pegoretti, mentre la maggioranza sollecitava con giri di telefonate i consiglieri ritardatari: alle 18.25 niente numero legale e seduta sciolta.

Una battuta d'arresto per niente indolore per giunta e maggioranza, visto che - Canova a parte - si tratta dell'unica delibera urbanistica di peso arrivata a destinazione prima della pausa estiva. Rinviati all'autunno piano casa, progetto Gregotti, biblioteca di Botta, microaree, canile. Il sindaco Alessandro Andreatta cerca di minimizzare: «Luglio è un periodo particolare, qualche consigliere è legittimamente in ferie. Qualcuno ieri era in ritardo, alle 18.33 il numero legale ci sarebbe stato. Ringrazio Porta e Manuali per essere rimasti in aula».

Sull'imprevisto stop alla variante, Andreatta non nasconde la delusione: «Mi spiace perché si rallenta l'iter di interventi attesi. Ma non c'è stata nessuna forzatura nel percorso, la variante è stata portata in commissione il 1º giugno, i consiglieri hanno avuto tutto il tempo di conoscerne i contenuti».Ma le minoranze non ci stanno: «Non c'era nessuna urgenza per trattare la variante in una seduta a fine luglio, volevano toglierci il tempo per il dibattito», attacca Claudio Cia (Civica). Appuntamento a settembre.

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