Tesoretto di 70 milioni da spendere entro l’anno

I sindaci potranno destinarli a progetti fino a 350 mila euro. Daldoss: «Iniezione importante per l’edilizia». Crescono gli avanzi: si stimano 150 milioni


di Chiara Bert


TRENTO. A giugno 2016 erano 120 milioni gli avanzi di amministrazione dei Comuni trentini. «Ma oggi sono alcune decine in più», prevede l’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss, che il 17 marzo porterà in giunta la delibera che fa il punto su questi residui. Intanto, per il 2017, la certezza è che i sindaci avranno a disposizione un «tesoretto» di 70 milioni, quelli che il governo Renzi ha concesso alla Provincia dopo la trattativa dell’ultima legge di stabilità, e che la Provincia ha deciso quest’anno di destinare interamente ai Comuni. Daldoss lo ha confermato ieri agli amministratori riuniti nella sala del Consorzio dei Comuni, ai quali ha presentato la proposta operativa.

Sono risorse che i Comuni hanno a bilancio ma che erano bloccate dal vincolo del patto di stabilità, e che ora invece potranno spendere per gli investimenti. Dal 2018 al 2030 l’accordo con lo Stato è che la cifra a disposizione sarà di 50 milioni all’anno, e se la Provincia cederà ancora una quota ai Comuni, la priorità - ha anticipato Daldoss - sarà data a chi, pur in possesso dei requisiti, non ha fatto richiesta nel 2017. Per avere un termine di paragone, le Province di Trento e Bolzano insieme sono riuscite a portare a casa 140 milioni, rispetto ai 500 milioni complessivi di spazi finanziari concessi a livello nazionale.

Come potranno essere spesi questi soldi? «Abbiamo previsto un utilizzo il più largo possibile», ha chiarito l’assessore, «sono soldi vostri, l’unico vincolo è che devono essere utilizzati per investimenti». C’è una variabile importante ed è il tempo: entro fine aprile i Comuni dovranno presentare la domanda, entro maggio saranno attribuiti gli «spazi», entro settembre la Provincia verificherà i progetti, entro dicembre dovranno partire le procedure di gara. «Tempi molto stretti, se non abbiamo progetti pronti rischiamo di fare asfaltatura strade», ha obiettato il sindaco di Mori. Naturalmente per poter spendere il Comune dovrà avere una disponibilità di avanzo a fine 2016 per il relativo finanziamento e la disponibilità di liquidità per finanziare l’intervento. Saranno ammessi interventi che presentano un costo di progetto indicativo pari o inferiore a 350.000 euro (per i Comuni costituiti a seguito di fusione si considera il numero dei Comuni originari). Quello che rimarrà, una volta garantiti i 350 mila euro a chi ne ha diritto, sarà ripartito valutando la rilevanza dell’opera per il territorio. L’avanzo di amministrazione deve essere destinato ad interventi di rapida realizzabilità, è il criterio concordato dalla Provincia con il Consiglio delle autonomie. «E se ho pronto un progetto di un’opera da 500 mila euro?», ha chiesto un sindaco. «I 350 mila euro potranno essere ripartiti anche tra più progetti, mentre non è possibile un’opera che abbia un costo superiore», ha risposto l’assessore. No anche all’utilizzo delle risorse per pagare il tfr ai dipendenti comunali. «Ci aspettiamo un’iniezione di lavoro importante per il settore dell’edilizia», ha aggiunto Daldoss, «anche perché tra il 2014 e il 2017 il sistema dei Comuni ha beneficiato di risorse per circa 700 milioni e moltissimi cantieri partiranno proprio tra quest’anno e l’anno prossimo». Daldoss ieri ha avuto anche un primo incontro con i 51 Comuni turistici che contribuiscono con 13 milioni al fondo di solidarietà comunale: nell’ultima Finanziaria la Provincia ha destinato loro 8 milioni aggiuntivi che saranno ripartiti in base alla capacità fiscale. Un esempio: Pinzolo compartecipa con 3,5 milioni al fondo, riceverà 900 mila euro.













Scuola & Ricerca

In primo piano