Tempesta Vaia, le ferite negli scatti del forestale Erwin 

Il libro. Filippi Gilli, appassionato di foto, ha raccolto in un libro  le immagini dei i danni del maltempo. Il ricavato ai boscaioli



Trento. «Va detto subito che i danni provocati dalla tempesta d’aria dell’ottobre scorso non sono paragonabili all’alluvione del 1966. Ma neanche a quelli di eventi calamitosi precedenti. Né per modalità né per intensità. Si tratta di disastri diversi e non confrontabili». Per dire che, in passato, e quello degli anni Sessanta non è l’unico caso, ci sono stati stravolgimenti ambientali ben peggiori. Il che non significa che non sia stato un episodio grave e drammatico.

Ervino (Erwin) Filippi Gilli è guardia forestale, presidente della Sat del Primiero. Con la passione per la fotografia. Ha appena dato alle stampe un libro, “Immagini per non dimenticare”, presentato ieri al Trento Film Festival, tirato in 250 copie e già esaurito che si augura possa essere ristampato sempre che alla Società degli alpinisti tridentini arrivi qualche finanziamento ad hoc. Sono 124 le immagini proposte, scattate in Primiero, tra il bacino del Cismon e il Vanoi, tutte del disastro dell’ottobre scorso che ha colpito anche altre zone del Trentino e del nord Italia, mentre, durante la presentazione, ha mostrato anche alcune slide del ’66. Franco Andreoni, responsabile della commissione sentieri della Sat, ha ricordato che sul sito del sodalizio è riportata in tempo reale la mappa dello stato di percorribilità dei sentieri che, nel solo Primiero, hanno subito danni per 250mila euro. Per non contare quelli alla viabilità forestale che sommano a 300mila.

“Immagini per non dimenticare” è uno dei tasselli del progetto “Lacrime di resina” promosso dalla Consulta dei giovani del Primiero, opera di sensibilizzazione ai temi ambientali. Il ricavato della vendita del libro, 1200 euro, concorre a pagare alcuni boscaioli che si occupano del bosco andato in “frantumi”. «È da ricordare – sottolinea Filippi Gilli – che fino a quando gli alberi sradicati e abbattuti non saranno portati via è pericoloso uscire dai sentieri. Ci sono dei momenti in cui anch’io, che conosco molto bene queste zone, rischio di perdermi perché tutto è cambiato».

Il forestale ha quindi elencato le altre conseguenze della tempesta. «Il prezzo del legname è crollato – ha detto – Ed è una vera e propria speculazione e, di conseguenza si affacciano anche problemi di carattere occupazionale». In sintesi, l’autore ha concluso: «Quest’ultima tempesta ci insegna, ce ne fosse bisogno, che la natura non si governa facilmente e che tutto l’aumento di calore provocato dalle emissioni in atmosfera prima o poi si scarica a terra. Con le conseguenze che abbiamo visto. Se c’è un aspetto positivo in tutto questo è che il sistema della Protezione civile ha funzionato». Magra consolazione. PA.PI.













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