Sul podio il «rottamatore» Rognoni

Ventitrè anni, membro del Forum dei giovani, sta con Renzi: «Pinter e tutti gli altri dinosauri si facciano da parte»


di Giuliano Lott


TRENTO. Tra tanti volti arcinoti, fa specie notare sul podio, benchè al gradino più basso, delle nostre “primarie virtuali” Alessandro Rognoni. Il ventitreenne di Tione, membro del Forum nazionale dei giovani, laureato in economia e management, sta surclassando ex parlamentari come Giovanni Kessler e Luigi Olivieri, assessori provinciali come Marta Dalmaso e Tiziano Mellarini, sindaci come Alessandro Andreatta e molte altr e facce conosciute. Lui, Rognoni, una spiegazione per tanto successo ce l’ha. «Credo di interpretare lo spirito di una generazione, quella tra i 20 e i 30 anni, senza diritti e inascoltata, che chiede un cambiamento radicale della classe dirigente e nel modo di fare politica. Perché è questa l’unica maniera di ridare credibilità alla politica stessa. E questa consapevolezza, l’ho potuto constatare in questi mesi girando in tutta Italia con il Forum dei giovani, si sta facendo largo con una forza enorme». Rognoni, nello scontro tra le varie anime del Pd, sta con Renzi e non ne fa mistero. «Mi ha convinto il suo modo di fare politica, il suo approccio diretto, la sua voglia di assumersi responsabilità».

Crede davvero che anche nel Pd sia giunta l’ora del cambiamento? «Non sono mai stato così ottimista come in questo momento, credo che Matteo Renzi possa non solo vincere le primarie del centrosinistra, ma anche diventare presidente del consiglio. Ha il merito di aver portato “sopra il tavolo” temi che nel nostro partito lasciamo spesso “sotto il tavolo”. Il problema del ricambio è sotto gli occhi di tutti, ma non è solo un discorso generazionale o “giovanilista”. Chi ha fatto due o tre legislature deve farsi da parte e lasciare il posto ai giovani e alle persone impegnate in politica che sono state messe ai margini dai giochi di potere, lontano dalla “stanza dei bottoni”. Tocca alla mia generazione adesso provare a regalare speranza ai nostri figli».

Non è che questo suo exploit nelle nostre “primarie” è solo frutto di una buona organizzazione? La claque è un’invenzione del Novecento...«Non ne avrei nemmeno il tempo. Ricevo ogni giorno venti o trenta telefonate e contatti di persone che nemmeno conosco, si dicono disposte a sostenermi. Sono felice di rappresentare questa voglia di rinnovamento e mi sento il contenitore delle speranze di chi mi appoggia. E’ un movimento che parte dal basso, che ha voglia di impegnarsi e metterci la faccia, è questa la vera novità».

Cosa rimprovera all’attuale classe dirigente? «L’immobilismo e la volontà di restare attaccati alla “carega” a vita. Hanno portato l’Italia e il Trentino al collasso e non ne vogliono sapere di lasciare spazio ai giovani. L’uscita di Pinter ad esempio...» Sì? «E’ del tutto fuori luogo». Pinter sta con Bersani, per lui rappresenta “la giusta sintesi”. Ritiene Renzi un fenomeno troppo mediatico. «Non può permettersi di dire certe cose dopo vent’anni in consiglio provinciale. Anche lui deve farsi da parte, come gli altri dinosauri del partito, che vivono nei palazzi della politica e non hanno alcuna idea del mondo reale». Per i giovani oggi non c’è posto, anche fuori dalla politica? «Poniamo il caso di un giovane informatico che vuole avviare un’attività nel suo settore. Non ha speranze, verrebbe schiacciato da Informatica Trentina, potente società in mano pubblica. Il Trentino oggi è questo. E’ ora di cambiare mentalità, e il cambiamento è già nell’aria».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano