Suite da 580 mila europer i gruppi consiliari
Ascensore di vetro con vista sulla città, pietra trentina ai pavimenti e spazi molto ampi ogni consigliere può contare in media su 140 metri quadrati per sé e per l'assistente
TRENTO. Va bene comodi, ma qui si esagera. Chiunque lavori in un ambiente ristretto e magari malsano può invidiare i consiglieri provinciali, soprattutto quelli dei tre gruppi maggiori, Margherita, Ds e Forza Italia. I rappresentanti del popolo se ne stanno belli tranquilli nell'immobile che fino a tre anni fa ospitava i Magazzini Europa della famiglia Nicolodi. Tremila metri quadrati tutti per loro alla modica cifra di 580 mila euro all'anno. Ogni consigliere ha a disposizione, in media, 140 metri quadrati.
Per la ristrutturazione dei locali non si è badato a spese. La sede è in pieno centro storico, Si accede da un vicolo privato che collega via Torre Verde con via Manci. Fin dal primo sguardo, si capisce che si tratta di un palazzo lussuoso. L'ascensore è a vista, con pareti di vetro. Tutt'attorno ci sono pensiline di cristallo con tiranti d'acciaio. Altro che grigi uffici da burocrati. Si capisce bene perché, due anni fa, i gruppi consiliari abbiano preferito questa sede a quella più decentrata e scomoda di via Jacopo Aconcio. Fu costituita una commissione a hoc composta da alcuni consiglieri provinciali. La commissione fece visita ai locali di via Aconcio, appena ristrutturati. Avevano il pregio non indifferente di appartenere alla Provincia, dunque non era necessario pagare nessun canone d'affitto. Ma i consiglieri trovarono quei locali «non funzionali». Effettivamente gli uffici non erano esattamente delle piazze d'armi. Così in via Aconcio ci finirono gli assessorati all'urbanistica e all'immigrazione. E per i gruppi consiliari, ma solo quelli più grandi, fu trovata una sistemazione più consona. Quella all'interno dei locali degli ex Magazzini Europa, appunto.
Una sede finalmente degna di un organo istituzionale. Lo si vede fin dalle porte dell'ascensore. Niente pannelli in finto legno, ma lucido acciaio. Cristallo alle pareti. Per terra, mattonelle di elegante cotto con ai lati rifiniture di pietra rossa trentina. Lascia stare che fino a poco tempo nemmeno c'era un citofono e anche adesso quando suoni qualcuno ti apre senza neanche vedere chi è. Il livello e il prestigio della sede compensano ampiamente questi piccoli difetti.
Infatti, quando si entra si può apprezzare innanzitutto l'ampiezza dei locali. Altro che le case dei comuni mortali, dove ormai i corridoi sono fatti per far passare una persona per volta. Qui si può andare a passeggio in gruppo. Gli uffici dei singoli consiglieri sono adeguati. L'arredamento, a dire il vero, è spoglio, ma moderno e funzionale. Lungo i corridoi c'è una luce soffusa proveniente da appliques di design. Le sale riunioni sono molto grandi, anche cinquanta metri quadrati. A terra c'è legno delle essenze più eleganti: teak ed iroko. Non esistono sedie, ma poltrone pieghevoli di quelle che Fantozzi odierebbe tanto volentieri. E poi, se uno deve andare in bagno, il lavabo ricorda quelli degli alberghi di lusso, anch'esso fatto di pietra rossa trentina.
Il gruppo della Margherita è il più fortunato. Si trova al primo piano. Dal momento che ha a disposizione più personale, in forza del numero dei consiglieri, può permettersi una reception. Quando si supera il bancone di ingresso, ci si inoltra in una sorta di labirinto di corridoi e uffici, sotto eleganti archi. Ci si potrebbe perdere. I consiglieri, ovviamente, si sono abituati. Ma, viene da chiedersi, quanto costa tutto questo? In tutto il Consiglio provinciale paga un milione e 592 mila euro per gli affitti e la manutenzione dei locali. Le locazioni valgono circa un terzo della somma, poco più di un milione di euro. 580 mila euro vengono pagati per gli uffici di via Torre Verde. Il resto viene speso non solo per le altre sedi dei gruppi consiliari, ma anche per gli altri uffici.