«Solo un sogno la piazza coperta»

L’architetto Armani e l’ex stazione autocorriere: «Progetto sfumato per colpa del Comune»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Una grande piazza coperta, luogo di incontro e di socializzazione. Ma anche uno spazio aperto con postazioni multimediali e audiovisivi per andare alla scoperta della città e del territorio; uno spazio destinato a manifestazioni nell'arco di tutto l'anno; uno spazio per lo shopping e per il divertimento. Tutto questo, e tanto altro ancora, è il progetto per l'ex stazione autocorriere firmato dall'architetto Marcello Armani. Anzi, era il progetto perché è destinato a rimanere sulla carta. Infatti il professionista trentino non ha presentato il suo elaborato entro il termine stabilito dal bando di concorso perché la cordata di imprenditori trentini e milanesi disposti a investire sull'ex autocorriere si è ritirata.

«Una questione di costi e di conti che non tornavano» spiega Armani. «Nel bando si chiedevano 1,8 milioni di euro di lavori pubblici. In sostanza per marciapiedi, piazze, aiuole e sistemazione della viabilità inerente il comparto di corso Rosmini e vie adiacenti. Una cifra spropositata considerato anche che, raffrontando l'importo con i prezzi indicati della Provincia, veniva a costare poco più della metà. Insomma stado a quanto richiesto dal Comune avremmo speso il doppio rispetto ai costi normalmente sostenuti per interventi simili. Mi chiedo come hanno fatto a calcolare quella cifra di 1,8 milioni di euro? Volevano forse i cubetti in platino?»

A questo punto, visto che sui lavori richiesti si poteva risparmiare una bella cifra, l'architetto Armani ha chiesto al Comune di poter utilizzare quei soldi per la copertura della piazza. «La risposta - precisa il professionista trentino - è stata negativa: se volete la copertura quei soldi li dovete mettere voi. Insomma 1,8 milioni andavano destinati a quanto richiesto dal bando, mentre con lo stesso importo si potevano realizzare i lavori e creare un ambiente migliore con la copertura della piazza rendendola più bella e più funzionale. E così, visto il diniego del Comune, si sarebbero dovuti aggiungere altri 600-700 mila euro.

Pagare a parte la copertura in sostanza ci ha messo fuori mercato anche perché tutta l'operazione, per i costi previsti e vista la situazione economica attuale, è davvero tirata con i denti. Il mio progetto aveva una valenza così come previsto: la copertura dava significato a tutto il progetto, consentiva di organizzare lo spazio in un determinato modo, dava una configurazione architettonica fatta in una certa maniera. Ho lavorato due mesi a un progetto destinato a rimanere sulla carta» conclude amareggiato l’architetto Armani.

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