Sociologia compie cinquant’anni
Festa per il compleanno della storica facoltà trentina. Ci sono passati Monti, Draghi ma anche Curcio e Rostagno
TRENTO. Ha 50 anni ed è stata la prima in Italia. I suoi testimoni sono pronti a raccontarlo ai ragazzi di oggi, alla gente comune, con la loro viva voce. Sono passati decenni e le esperienze si sommano, spesso da studenti a docenti. La struttura intanto prova a snellirsi, con le prime applicazioni del nuovo Statuto, proprio nei giorni scorsi. È la facoltà di Sociologia di Trento, che compie oggi 50 anni dalla sua prima lezione, alle 10 del 5 novembre 1962 col professor Giorgio Braga. Beniamino Andreatta, Mario Draghi, Mario Monti, per citare alcuni dei nomi più noti passati per le aule. Ma anche Mauro Rostagno, Renato Curcio e Mara Cagol, gli ultimi due tra i fondatori a Milano delle Br. Quella lezione, la prima in assoluto, la ricorda adesso una targa regalata da alcuni studenti di allora. Scoperta stamani, nell’anniversario, segna un giorno di memoria istituzionale, coi discorsi ufficiali, ma anche i ricordi e un pò di festa nel ritrovarsi, nel raccontare. Racconti che sono ora nelle audioguide preparate per l’occasione dalla sociologa e artista trentina Anna Scalfi Eghenter. Presentate oggi, saranno ora disponibili in portineria a Sociologia, gratis, col solo deposito temporaneo di un documento.
Fanno parte del suo progetto “Tracce fuori mappa”, quali tracce inusuali per percorrere la città e vanno sotto il nome specifico di “Traccia68 Sociologia TrentO”. Tra le voci quella dell’ex studente Marco Boato, ma anche del direttore amministrativo, Tarcisio Andreolli, così come di altri studenti e protagonisti del ’68 a Trento, ciascuno in modi differenti. «Un rapporto di necessità reciproca quello tra città e ateneo - ha ribadito il sindaco, Alessandro Andreatta - per collocarsi nella prospettiva internazionale, attraverso sapere, confronto e ricerca. Indispensabile anche oggi, per riflettere sulla società a tutto tondo in un momento di crisi». E se Sociologia festeggia questo suo primato italiano, l’intera università di Trento è proiettata verso un futuro nuovo e insieme d’innovazione, come ha sottolineato il rettore, Davide Bassi. Il cinquantenario viene infatti proprio pochi giorni dopo le prime applicazioni concrete del nuovo Statuto. Nato con il passaggio di competenze lo scorso anno dallo Stato alla Provincia autonoma di Trento, è infatti stato rivisto, con un’ottica riorganizzativa che vede sparire le facoltà a favore di nuovi dipartimenti e direttori al posto dei presidi, per snellire l’intera struttura.