«Se verremo attaccati reagiremo, ma non vogliamo violenze»

Parlano gli esponenti di Casa Pound alla vigilia dell’apertura della sede a Trento: «A noi interessa solo il confronto. Il partito fascista? Con noi non c’entra nulla»



TRENTO. Sono i militanti di Casa Pound. Li incontriamo nella tarda serata di martedì, reduci dai lavori all'interno della sede trentina, arrivano in una decina: sono ragazzi e ragazze, giovanissimi.

Perché una sede di Casa Pound a Trento?

Eravamo tutti militanti del Blocco Studentesco, ma una volta usciti dalle aule scolastiche non potevamo più fare politica giovanile. Attorno a noi si è creata una base ampia e così abbiamo deciso di aprire il circolo.

Ampia quanto?

Trenta militanti, poi gli iscritti ed a parte i simpatizzanti. Da noi militante è una qualifica, con un percorso simile a quello che erano le scuole politiche dei partiti di una volta e che oggi sono state abolite. A fianco dei militanti ci sono gli iscritti – prosegue Filippo Castaldini responsabile di Casa Pound Trento – che studiano da militanti. I simpatizzanti, possono diventare iscritti.

Ma la vostra sede dov'è?

All'ex Bruno di via Dogana, ce l'ha data la provincia in comodato gratuito per non fare differenze. A parte gli scherzi non lo diciamo per tenere alta la tensione mediatica: lo comunicheremo venerdì sera a redazioni chiuse.

Almeno potete anticipare come sarà?

Prima di tutto completamente autofinanziata dai militanti. Ci sarà uno spazio riservato alla ristorazione ed una sala riunioni.

Sabato che giornata vi aspettate?

Per noi sarà solo una grande festa. Non ci muoveremo dalla sede, ma se ci vengono a cercare, ci troveranno.

Nazisti o fascisti?

La dottrina nazista – risponde Andrea Bonazza – aveva al centro dell'ideologia, la razza e non ci interessa per nulla. Il fascismo il popolo, alla pari del movimento di Casa Pound.

Quindi fascisti...

Per come lo possono essere dei ragazzi di vent'anni. Diciamo che alla pari di comunisti e anarchici, abbiamo un'idea di riferimento che per noi è quella della politica sociale fascista– l'unica che l'Italia ha avuto nella sua storia – il cui valore nessuno può smentire e che è patrimonio della destra radicale.

Ma la dodicesima norma transitoria della Costituzione vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Come la mettiamo con la legge?

E’ una norma transitoria per definizione e dopo tanti anni sarebbe il caso di abolirla. Parla della ricostituzione del partito fascista, cosa che non noi non c'entra assolutamente.

All'accusa che Casa Pound sia sessista, cosa rispondete?

Che non è vero. Tra donna e uomo – sottolinea Giusi – ci sono differenze evidenti. Al nostro interno abbiamo i nostri spazi e “Tempo di essere madri” è la nostra proposta di legge perché alle madri lavoratrici, sia riconosciuto il part time a stipendio pieno.

Al Centro Sociale Bruno ed agli antifascisti in generale, cosa mandate a dire?

Al Bruno che senza le questioni dell'antifascismo e la Tav, non avrebbero più nulla da dire. Grazie a noi, hanno spostato l'attenzione dalle problematiche legate ad una sede regalata dalla provincia, al non problema della nostra presenza. A tutti diciamo che il nostro circolo è aperto al confronto. In altre città abbiamo fatto serate con ex brigatisti, Paola Concia è venuta a parlare della diversa sessualità ed in consiglio comunale di Roma, è stata Rifondazione Comunista a portare il nostro Mutuo Sociale: a Trento si può fare lo stesso.

Sulle coppie di fatto cosa pensate?

Vanno bene, se è esclusa l'adozione. In Italia ci sono problemi ben più importanti, rispetto a chi uno si porta a letto.













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