Salta il consiglio, ma c'è il gettone
Lo prevede il regolamento. Tra ferie e ritardi, autogol della maggioranza
TRENTO. Sette consiglieri assenti, di cui molti in ferie. Sei in ritardo: giovedì sera la maggioranza comunale ha perso i pezzi, il consiglio è saltato per mancanza del numero legale e l'attesa variante per opere pubbliche è slittata a settembre. Con il paradosso che - regolamento alla mano - i 23 consiglieri presenti al secondo appello hanno diritto al gettone di presenza, seppur dimezzato: 60 euro.
«Il nostro regolamento prevede il diritto al gettone - conferma il presidente del consiglio Renato Pegoretti - ma c'è una giurisprudenza nazionale che dice il contrario, quindi ho chiesto alla segreteria generale di fare una verifica con la Regione. Penso che comunque i consiglieri possano rinunciare, mi sembra un gesto di buon senso».
In attesa che i consiglieri rinuncino a un gettone (seppur dimezzato perché si tratterebbe di meno della metà della seduta) per un consiglio che non si è svolto, la maggioranza si interroga sulla sconfitta incassata. Il sindaco giovedì ha cercato di minimizzare l'accaduto, giustificando i consiglieri «che sono legittimamente in ferie a luglio». Ma - ha ammesso Andreatta - «mi dispiace perché slittando la variante si rallentano opere attese».
Pegoretti è meno assolutorio: «Ci sono state una serie di concause a quanto è successo, è vero che era una seduta non prevista aggiunta in corso d'opera. Ma una riflessione va fatta, io avevo 27 consiglieri di maggioranza (su 34) non giustificati, che quindi avrebbero dovuto essere presenti in aula».
Alle 18.25, ora del secondo appello, in 13 della maggioranza non erano ai loro banchi: assenti giustificati Franzoia, Giugni, Coppola, Anna Pedrotti, Santini e Zanlucchi; partito ieri per le ferie anche Salvati; in ritardo Maestranzi, Angeli, Calza, Bertuol, Frachetti e Salizzoni. «Le minoranze avevano fatto presente già in conferenza dei capigruppo che non erano d'accordo sulla seduta aggiuntiva di giovedì - osserva Pegoretti - per il futuro andrà tenuto conto che a luglio c'è parecchia gente in ferie. Ma certo non possiamo stare fermi due mesi, occorrerà decidere se fare più sedute a giugno o se riunirsi anche a fine agosto». Poi un richiamo alla giunta: «Abbiamo fatto sedute senza nessuna delibera, quando ne arrivano 8 tutte insieme a fine luglio, e alcune importanti, bisogna tenerne conto».
La Lega attacca con Vittorio Bridi: «La maggioranza si è squagliata come neve al sole. Negli ultimi tempi la giunta Andreatta non ha brillato né per tempestività d'intervento (vedi sicurezza) né per lucidità della proposta politica, preferendo andare a traino degli eventi o dei poteri forti. Ancora più grave la mancanza del numero legale perché la maggioranza ha dilapidato un bel po' di pubblici soldini per corrispondere il gettone ai pochi volenterosi».
Ma anche nella maggioranza si levano voci critiche. Marco Patton (Upt) richiama tutti a «una maggiore responsabilità»: «Una volta le sedute duravano fino alle 23, oggi si moltiplicano ma il risultato è questo. Io per partire per le ferie ho aspettato oggi». Paolo Serra (Pd) se la prende con le minoranze: «Facendo saltare la variante, il dispetto non l'hanno fatto a noi, ma alla città». Ma subito aggiunge: «È stata una brutta pagina, c'è gente - sia di maggioranza che di opposizione - che prende il ruolo di consigliere troppo superficialmente, che arriva sistematicamente in ritardo e va via in anticipo. Nessuno ci ha obbligati a fare quel che facciamo, e tutti sappiamo che fino a fine luglio siamo impegnati in aula».
Infine Salvatore Smeraglia, segretario dell'Idv, parla di «dilettantismo, totale mancanza di serietà e di senso di responsabilità»: «Si convoca un consiglio il 28 luglio su temi importanti sapendo di rischiare la mancanza del numero legale? Questi comportamenti altro non fanno che allontanare i cittadini dalla politica».