IL PROGETTO "LIFE URSUS"

Roma boccia la "gabbia" per Jurka

Il nuovo recinto di San Romedio è giudicato troppo piccolo dal ministero dell'Ambiente. E Durnwalder chiede di poter catturare gli orsi trentini che sconfinano in Alto Adige


Massimiliano Bona


TRENTO. San Romedio non si trasformerà nel futuro recinto di Jurka, l’orsa ribelle la cui cattura sarebbe imminente. Il ministero dell’Ambiente ha infatti bocciato la struttura annessa al santuario come possibile mega-gabbia per il plantigrado. Serve un’area idonea, più grande di quella proposta: questo ha spiegato Roma a Trento. Ma non è finita: il governatore altoatesino ha fatto sapere di aver chiesto e ottenuto dal ministero il via libera alla cattura dell’orso avvistato tra la fine di maggio e l’inizio di giugno in Venosta. Durnwalder ha interpretato quest’autorizzazione in modo estensivo: «Se in futuro dovesse farsi vivo un plantigrado sul territorio provinciale potremo catturarlo, mettergli il collare e restituirlo agli enti preposti».

Una commissione di esperti, in cui sono rappresentati contadini, Parco dello Stelvio e operatori turistici, si riunirà domani. La notizia ha allarmato i Verdi, che si sono attivati ottenendo, in serata, una smentita dallo stesso Ministero. La cattura dell’orso è diventata un caso politico.

A mettere in moto la giunta provinciale altoatesina, la scorsa settimana, è stata la presa di posizione del senatore Svp Manfred Pinzger, che ha scritto al ministro Pecoraro Scanio chiedendo l’autorizzazione a catturare l’orso: «Non è possibile - ha spiegato Pinzger - che la popolazione abbia paura di uscire di casa ed è ora di finirla con questi orsi che dal Trentino emigrano in Alto Adige».

Preso atto del malessere che serpeggiava tra i coltivatori diretti e gli operatori turistici dell’Alta Venosta - che hanno lamentato danni tra i 3.500 e i 5.000 euro imputabili al passaggio del plantigrado - il presidente della Provincia ha ordinato all’ufficio caccia e pesca di organizzare una riunione tra addetti ai lavori, alla quale hanno preso parte rappresentanti del Bauernbund, del Parco nazionale dello Stelvio e dell’assessorato all’agricoltura ed è stata istituita una «commissione dell’orso». «Si è discusso - sottolinea il vicedirettore dell’ufficio caccia e pesca altoatesino Giorgio Carmignola - del malcontento dei contadini e degli operatori turistici, legato proprio al passaggio dell’orso e ai danni causati in Alta Venosta. C’è stata la richiesta di liquidare subito ai contadini i danni mentre è stata scartata la proposta dei Verdi di istituire una sorta di avvocato dell’orso, figura prevista in Carinzia».

Poi, ieri mattina, è arrivato l’annuncio di Durnwalder: «Il Governo - ha spiegato. ha rilasciato alla Provincia l’autorizzazione alla cattura e al trasferimento dell’orso, qualora il plantigrado dovesse tornare a farsi vivo in Alto Adige. La specifica commissione di esperti istituita dalla Provincia si riunirà periodicamente per monitorare l’evolversi della situazione».

A Durnwalder è stato chiesto se l’autorizzazione riguardasse solo l’orso avvistato in Alta Venosta o gli orsi che in generale verranno individuati sul territorio altoatesino. «Abbiamo fatto richiesta per l’orso della Venosta, ma quest’autorizzazione vale anche per tutti i plantigradi che transiteranno in Alto Adige».

Gratta gratta si è scoperto che la richiesta era stata presentata il 7 giugno dal Parco nazionale dello Stelvio al ministero dell’Ambiente. «Ci è stata rilasciata - argomenta il dirigente del Parco Wolfgang Platter - una pre-autorizzazione dal direttore generale dell’ufficio protezione della natura Aldo Cosentino. Per poter catturare l’orso e mettergli il radiocollare dovremo redigere un protocollo tecnico».

La notizia ha allarmato i Verdi, che si sono attivati ottenendo, in serata, una smentita dallo stesso Ministero. «Non si capisce a quale autorizzazione governativa la Provincia di Bolzano faccia riferimento in merito alla presunta autorizzazione di cattura dell’orso, nel settore della val Venosta. Gli orsi sono una specie protetta la cui tutela è sotto la diretta responsabilità del ministero. La soluzione migliore, quindi, prima di assumere una qualsiasi decisione è di studiare questi splendidi animali, dotandoli, eventualmente, di radiocollari».













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