Primarie, il centrodestra grande assente
Caos alleanze, partiti rissosi e nessun candidato forte. Leonardi e Divina: siamo condizionati dalle scelte nazionali
TRENTO. Negli Stati Uniti, terra di primarie per eccellenza, tra democratici e repubblicani non c’è differenza: da lì devono passare i candidati alla Casa Bianca. In Italia tutti ne parlano, ma la loro importazione, davvero faticosa, data ormai diversi anni. E quella parola, “primarie” è associata soprattutto al centrosinistra. Perché dall’altra parte la leadership di Berlusconi non ne ha mai avuto bisogno. E la scarsa consuetudine del centrodestra con il meccanismo della scelta popolare dei candidati si nota anche nelle primarie virtuali per il dopo Dellai lanciate dal nostro giornale, la cui classifica è monopolizzata da esponenti del centrosinistra autonomista. Scorrendo l’elenco, quelli dell’attuale opposizione si contano sulle dita di una mano. E non è una battuta. Tra i 115 nominativi che hanno ottenuto almeno un voto, sono infatti appena cinque quelli ascrivibili al centrodestra. E quello con più voti può esserlo considerato solo in parte: Roberto De Laurentis, indicato da 9 lettori, è sì stato consigliere comunale di An ad Arco, ma oggi è presidente dell’Associazione artigiani. Gli altri sono Gabriella Maffioletti, consigliere comunale cittadina di opposizione (5 voti), la consigliere provinciale della Lega Nord Franca Penasa (anche lei 5), il suo collega di partito Claudio Civettini (1) e, con 2, quello del Pdl Rodolfo Borga, che però con il proprio partito è da tempo in rotta. E anche nel gruppo consiliare leghista (vedi in basso) ormai da mesi l’aria non è delle migliori.
Lo stesso Giorgio Leonardi, coordinatore provinciale del Pdl, sembra essere caduto nell’equivoco “primarie uguale centrosinistra”. Ma una volta chiarito che il quesito recita espressamente “Chi vorreste come candidato presidente della Provincia nel 2013?”, aprendo dunque le porte anche all’area di centrodestra, ammette le difficoltà. Impossibile per il Pdl parlare oggi di primarie in Trentino, spiega: troppo complicato il quadro nazionale. «Dobbiamo prima attendere di capire con quale sistema elettorale si voterà alle politiche e quali saranno i rapporti con la Lega Nord - afferma - solo dopo le elezioni regionali in Sicilia del 28 ottobre si potrà iniziare a fare ragionamenti precisi». Su una questione però Leonardi ha le idee già chiare: difficilmente il centrodestra si presenterà con un candidato “esterno”, cioè non espressione dei partiti. Per una ragione semplice: «Governare non è una passeggiata, serve esperienza».
Quattro anni fa a sfidare Dellai fu il senatore della Lega Nord Sergio Divina. La cui analisi collima con quella di Leonardi: «Sono stato consigliere provinciale e ora senatore, mi occupo di politica da anni, ma un guazzabuglio del genere non mi è mai capitato di vederlo - spiega - i partiti che sostengono il governo a parole non vogliono l’attuale legge elettorale, ma non sanno trovare una soluzione. Noi abbiamo avanzato le nostre proposte, ma stiamo all’opposizione e contiamo come il due di picche». Coalizione, premi di maggioranza, desistenze di collegio: un rebus che non consente di fare previsioni. E ogni futura scelta, per le politiche di primavera 2013 e per le provinciali che seguiranno pochi mesi dopo, non potrà che esserne condizionata. Lega dunque alla finestra, per ora. «Anche perché chi lancia la volata troppo presto non arriva al traguardo - conclude Divina - non è il momento di parlare di uomini, si deve prima definire un programma di legislatura e vedere chi vorrà condividerlo con noi. Poi i candidati non mancheranno».
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