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Pipì sui muri della chiesa del Concilio

Il Comitato Torre Vanga attacca: «Succede sempre ma nel fine settimana nessuno pulisce. Ma il parroco tace»


di Daniele Peretti


TRENTO. Lo sfregio della chiesa di Santa Maria Maggiore. Così, senza mezzi termini, viene definito lo spettacolo che quasi tutte le mattine si presenta verso le 8 a chi passa sul sagrato. «La situazione peggiora nei fine settimana - osserva l'avvocato Dapor - perché non sempre riescono a pulire all'alba, come succede negli altri giorni della settimana».

Quello che si vede nelle foto scattate dal Comitato di Rinascita Torre Vanga si riferisce alla facciata di quella che per importanza, è la seconda chiesa di Trento: «Qui si è svolta gran parte del Concilio – prosegue Dapor -; all'interno c'è uno degli organi più belli di tutta la regione e nel restauro della chiesa la Provincia ha investito davvero tanto. Ma cosa fa per salvaguardare quello che è anche un suo patrimonio?».

In più è una delle mete turistiche fisse. «E che figura ci facciamo quando i turisti arrivano alla mattina del sabato o della domenica e si trovano di fronte ad un simile spettacolo?». Il problema è che proprio la facciata della chiesa finisce per essere uno dei punti più bui del quadrilatero del degrado e quindi il più idoneo per tutte quello che è meglio fare all'oscuro.

Già poco dopo le 19, il sagrato si riempie di ragazzi che seduti per terra, bevono e ascoltano musica: «Succede praticamente per cinque giorni su sette. Poi tutto dipende dal “taglio” che prende la serata - osserva Stefano Borgognoni, portavoce del Comitato -, ma il fatto di urinare sui muri della chiesa succede sempre. Nei giorni feriali le conseguenze sono meno appariscenti, semplicemente perché vengono a pulire ed a raccogliere lattine e cocci di mattina presto. Ma nel fine settimana i tempi sono più rallentati. A questo bisogna anche aggiungere l'olezzo che emanano quei liquidi».

Il Comitato non comprende il prolungato silenzio di vescovo e parroco: «Non tanti anni fa, nulla succedeva senza il parere favorevole del vescovo – incalza Dapor -: adesso cos'è successo? D'accordo che il parroco non vive qui, ma nella parrocchia di San Pietro, ma è pur sempre referente di una delle chiese più importanti della città: in silenzio lasciano che venga sfregiata ogni notte, senza reagire».

Stefano Borgognoni aggiunge: «Mi piacerebbe incontrarli per capire cosa ne pensano e perché non reagiscono. Basterebbe un loro intervento per favorire il cambiamento delle cose».

Vescovo a parte, si tratta del vostro parroco, non vi siete mai confrontati? «Lo abbiamo fatto senza suscitarne nessuna reazione. Infatti non è mai intervenuto nei dibattiti che ci sono stati. E dire che si dovrebbe sentire direttamente chiamato in causa».

Come si potrebbe intervenire a difesa della chiesa? «Transennarne l'ingresso servirebbe a poco, piuttosto bisognerebbe limitarne gli spazi disponibili con delle punte, come già si vede in diversi luoghi della città. Come una maggiore illuminazione di tutta l'area, oggi troppo buia».













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