Pd, sconfitta choc Nicoletti dimissionario

Il segretario avverte Rossi: «Dovrà dare segnali su squadra e programma» Pinter: «Amministratori e parlamentari non hanno lavorato abbastanza»


di Chiara Bert


TRENTO. La vittoria di Ugo Rossi alle primarie del centrosinistra è la sconfitta di Alessandro Olivi. Vince il candidato del Patt, che sulla carta ha poco più di un terzo dei voti del Pd, e per i Democratici equivale ad una debacle inattesa e dolorosissima. In un test, le primarie, che sono il terreno a loro più favorevole. «Qualcosa non ha funzionato, a tutti i livelli. Dovremo aprire una seria verifica politica e chi ha una responsabilità, dal segretario provinciale fino all’ultimo segretario di circolo, metterà a disposizione il proprio mandato». Michele Nicoletti annuncia così che si presenterà dimissionario davanti all’assemblea del Partito democratico.

Il giorno dopo la bruciante sconfitta, il segretario ragiona a mente fredda. E ammette: «Ci troviamo di fronte a un risultato per noi inaspettato che impone una verifica politica. Abbiamo avuto un risultato significativo in termini di partecipazione popolare, però certo non è accettabile che di fronte a una sfida di questa portata ci sia stato questo deficit - io dico più organizzativo che politico - per quanto riguarda in particolare le città di Trento e Rovereto, dove le aspettative di mobilitazione erano diverse. C’è da interrogarsi se un maggior impegno non avrebbe potuto dare un risultato diverso, mi sembra serio che, senza drammatizzare, ognuno di noi si assuma le proprie responsabilità».

Vietato dunque far finta di niente, anche perché oggi non sarebbe possibile di fronte a una parte dei militanti e degli esponenti del partito che chiedono le dimissioni dei vertici. La consigliera provinciale Margherita Cogo ieri ha chiesto un congresso straordinario. Tranchant Andrea Rudari: «Il Pd ha consegnato per i prossimi 10 anni la Provincia a Patt e Ugo Rossi. Complimenti a loro, che l'hanno presa volentieri». «Ha vinto Ugo Rossi, ha perso il Pd», è la sintesi del coordinatore cittadino Vanni Scalfi. «C’è un malcontento stralegittimo - osserva Nicoletti - che riguarda il Pd nazionale, ma che non può tradursi in un disimpegno sul fronte locale. È giusto essere critici ma la solidarietà interna dev’essere massima di fronte a una prova così importante. La mia impressione è che si pensi che le opinioni politiche si forgiano davanti alla televisione e che la dimensione dei rapporti personali non sia più così importanti. Così uno organizza un evento in tutta la campagna elettorale e pensa di aver fatto abbastanza. C’è stata una sottovalutazione». Il segretario difende le primarie: «Le primarie le abbiamo volute perché eravamo consapevoli che senza non avremmo avuto un candidato del Partito democratico, perché a parte Pacher su altri nomi del Pd non era possibile arrivare ad una convergenza. è stata una scelta politica giusta, ma a questo deve seguire un’organizzazione». Organizzazione che è mancata. Nicoletti ringrazia Olivi, «è stato generoso in un momento complicato come la crisi Whirlpool». E alla domanda se il Pd garantirà a pieno il suo sostegno al vincitore delle primarie, Ugo Rossi, il segretario risponde così: «Noi ci siamo assunti degli impegni e eviterei a distinguere le discussioni interne dalla collocazione della coalizione. Qui non è in discussione la persona di Ugo Rossi ma il tipo di collocazione del centrosinistra autonomista in termini di contenuti e di squadra. Se alle primarie poteva essere comprensibile che qualcuno cercasse di pescare in elettorati vicini con discorsi che non abbiamo condiviso, l’apertura a Grisenti o sulla Valdastico, è chiaro che in vista delle elezioni . Nessuno dei candidati ha la maggioranza e il candidato presidente dev’essere consapevole di questo e dovrà dare segnali nei contenuti e nella squadra per rappresentare le diverse anime, altrimenti si porrebbe un problema di apertura di una zona franca al centro che rimane scoperta e che rappresenterebbe un rischio enorme per la coalizione».

Senza sconti anche l’analisi del presidente Pd Roberto Pinter, tra i primi - sabato sera - ad ammettere davanti a tutti che si stava profilando una sconfitta di Olivi : «Il Pd deve interrogarsi su cosa non ha fatto, poteva lavorare molto di più, non c'è stata sul territorio la consapevolezza da parte dei nostri amministratori e dirigenti della portata della sfida. In qualche modo il Pd è abituato che le primarie sono cosa sua, mentre è evidente che non sono affatto scontate quando si tratta di esprimere un territorio. Ci aspettavamo che gli amministratori e i rappresentanti parlamentari si impegnassero di più. Evidentemente - conclude amaro - il Partito Democratico non è pronto alla sfida del governo provinciale». «Occorre chiedersi perché certi voti non sono arrivati, e se qualcuno pensa di risolverla semplicemente chiedendo la testa di uno o dell'altro - dice rivolgendosi a chi invoca le dimissioni dei vertici - sbaglia. Potrà chiederla solo chi ha fatto la propria parte. Se non l'ha fatto, meglio che taccia». Alessandro Olivi ieri si è limitato ad un tweet di congratulazioni a Rossi e di ringraziamento «a tutti quelli che mi hanno sostenuto». Parlerà oggi, forse anche di chi sostenuto non lo ha affatto.

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