Musica: fa discutere l'appalto per i concerti al Palatrento
Nella gara un'offerta stratosferica. Ma «fuori mercato»
TRENTO. Arriva una maxiofferta per la gestione dei concerti al Palatrento, che spiazza i concorrenti e rischia di far passare di mano la gestione pluriennale degli eventi. L'Asis, la società che gestisce l'impianto, però vuole vederci chiaro.
E' di questi giorni la «pre - assegnazione» del Palatrento alla società che dovrà gestire gli eventi dal 2011 - sette all'anno - in un contratto di esclusiva che garantisce all'Asis, (per tre anni), un introito garantito. La gara indetta da Asis ha visto due concorrenti. La Show Time di Merano e la Multimedia spa, capogruppo della Peopleway srl. L'offerta più alta è quella di questa seconda concorrente.
Ma non è stata una battaglia a colpi di spiccioli. La Multimedia, (sede a Milano, soci calabresi e sardi), ha messo in busta tre volte più della Showtime. Tanto per farsi un'idea, i potenziali vincitori della gara per l'utilizzo artistico del palazzetto sarebbero pronti a pagare cifre che si avvicinano a 20 mila euro per ognuna delle sette date concordate.
Un affarone per l'Asis? Teoricamente sì. Anzi, una manna che deve aver fatto strabuzzare gli occhi al presidente Travaglia e al direttore Salvetta. Ma non è detto che quegli occhi sprizzassero entusiasmo.
Perché? Per diversi motivi. E tutti di grande importanza. Nell'organizzazione di concerti - di eventi complicati quali quelli che si ospitano nei palazzetti, la «dimostrata competenza» è una pregiudiziale irrinunciabile. La Showtime «gestisce» il Palazzetto da anni - da quando i Lunapop allora dilaganti - inaugurarono una serie di stagioni che hanno portato a Trento grossi nomi della musica. Altri nomi, ancora più grandi, la Showtime porta a Bolzano, al Palaonda dei recenti Vasco Rossi e del futuro Ligabue, per via degli ottomila posti utilizzabili in Alto Adige.
Decine di concerti che l'agenzia altoatesina organizza con un'esperienza ed una credibilità riconosciuta in Italia e all'estero, (dove pure opera). Della «Peopleway», all'Assomusica - l'associazione nazionale dei promoter di concerti e spettacoli - nessuno sa nulla. Il ramo di competenza dovrebbe essere quello delle comunicazioni, ma non risultano «firme» dietro manifestazioni musicali. Né di piccola, né di grande portata.
Non sono, queste, precisazioni irrilevanti. Organizzare il concerto di un big significa calcolare fino all'ultimo cent la suddivisione dei costi: il cachet dell'artista, l'allestimento e, naturalmente, l'affitto dello spazio. Orbene, se la spesa per l'affitto del Paltrento triplicherà ogni volta rispetto a quella garantita fin qui dalla Showtime, (e aumentata nell'ultima gara), ciò significa che una quasi certa impossibilità di organizzare alcunché. Perché la spesa andrebbe ricaricata quasi certamente sul costo dei biglietti, visto che la capienza del palazzetto non è modificabile. Ma se i biglietti sono troppo esosi, il pubblico non arriva. E le agenzie, che hanno sempre il calcolatore in mano, assegnano i loro artisti ai promoter su previsioni scientifiche che tengono conto ovviamente del prezzo del biglietto. Insomma, non c'è agenzia che accetti il flop «preventivo» del suo artista e che - soprattutto - si metta in mano di organizzazioni «non rodate» per i grandi eventi, per i grandi tour live. L'immagine, nel business, è vita.
L'Asis - va detto subito a scanso di ogni equivoco - non ha alcuna «colpa». Ha indetto gara regolare. Ha stabilito regolarissima graduatoria. Ma prima dell'assegnazione definitiva dell'incarico vuole avere giustamente in mano tutte le «carte» utili a capire l'affidabilità economica, la consistenza operativa, l'esperienza nel campo artistico, lo stato patrimoniale della vincitrice.
Solo sulla base di queste «carte» si potrà - semmai - firmare il contratto.
Luciano Travaglia, presidente Asis, non si nasconde. Né drammatizza. «Chiaro - dice - che un'offerta tanto alta ci pone degli interrogativi. Ma una graduatoria non è un'assegnazione, e solo alla fine delle verifiche si farà una scelta. In questi anni si è garantito un servizio grazie ad una più che positiva collaborazione con la Showtime. E l'Asis vuole che questo servizio alla città e alle provincia continui».
Dal canto suo Roland Barbacovi, patron della Showtime, non deroga alla sua elegante e calma chiarezza altoatesina: «Nessuno può organizzare concerti pagando 20 mila euro un palazzetto: non capita nemmeno per i 12 mila posti del Forum di Assago a Milano. In questi tempi di crisi nessun promoter mette il suo artista nelle mani di chi non conosce anche nel colore dei calzini».
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