Molotov al mercato, va in comunità 

Lino Pallaoro ha lasciato il carcere e sta seguendo un percorso di supporto



TRENTO. Ha lasciato il carcere ed ora è in una comunità della Valsugana, dove sta seguendo uno specifico percorso, Lino Pallaoro, il noto commerciante di Pergine di 55 anni che era stato arrestato a fine maggio con l’accusa di fabbricazione di ordigni esplosivi e danneggiamento. A metà febbraio ci sarà l’udienza preliminare per l’uomo che è difeso dagli avvocati Stefano Tomaselli e Vanni Ceola.

Ad arrestarlo era stata la polizia nell’ambito dell’indagine nata dopo il ritrovamento di tre molotov, tre bottiglie di Zibibbo piene di benzina e con miccia, trovate giovedì 24 maggio in piazza D’ Arogno a Trento. Erano in una borsa verde lasciata su una panchina nel giorno di mercato. Secondo gli inquirenti sarebbe stato sempre Pallaoro lanciare due bottiglie molotov sabato in centro a Pergine. Ed è sempre lui che dovrà rispondere per danneggiamento per aver «incollato» le tastiere bancomat di diversi sportelli della Rurale perginese e il videocitofono del sindaco Oss Emer, episodi per i quali è stato denunciato dai carabinieri. I perché dei gesti pare siano riconducibili ad un rancore profondo nei confronti di alcune persone e delle istituzioni. Le molotov al mercato sarebbero state la risposte al fatto che la sua postazione, Pallaoro - quando non si presentava - la vedeva data ad altri. E considerava questo gesto (normale e previsto) come un attacco personale. Tre le molotov perché tre sarebbero state le persone che avevano occupato il suo spazio. La bottiglia incendiaria lanciata nel cortile del palazzo sarebbe stata invece per il commercialista perché si sentiva torteggiato. E la molotov lanciata contro la casetta della Pro Loco? Quella sarebbe dovuta servire per attirare l’attenzione di tutti.













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