«Maggioranza sgretolata: mi dimetto»

Pergine, l’assessore Morelli lascia la giunta: «Non c’entra la vicenda rimborsi. Ad ogni proposta c’erano le sorprese della sinistra»


di Roberto Gerola


PERGINE. Marco Morelli ha rassegnato ieri le dimissioni. Lascia la giunta Corradi dopo alcuni giorni di valutazioni. «La situazione politica è deteriorata, nella coalizione c’è troppa incertezza, non c’è più la serenità per andare avanti e in queste condizioni faccio un passo indietro e lascia l’incarico».

Questa la sua dichiarazione ieri poco dopo le 17, quando aveva già restituito il cellulare del Comune. E punta il dito contro il Pd. Si chiude un capitolo importante per l’amministrazione comunale: «Abbiamo assistito a un costante sgretolamento della maggioranza - dice ancora Morelli - fatto di mille momenti negativi e non intendo più andare avanti così. C’è troppa fatica. Ogni volta che si proponeva qualcosa, c’erano le sorprese della sinistra in sede consiliare. Appunto non tanto in giunta, ma fuori, in consiglio, sull’esterno c’erano sempre coloro (di sinistra) che hanno remato contro e troppe volte hanno seguito le orme dell’opposizione. Non dico che sia stato così fin dall’inizio, ma quasi. Troppe volte ci siamo trovati all’ultimo momento con un voto contrario. A questo punto, ho detto basta. Non intendo andare avanti».

E la vicenda rimborsi? «Non voglio assolutamente che la vicenda dei rimborsi venga collegata alle mie dimissioni - dice - non voglio assolutamente. In sede consiliare, ho assistito alla presa di posizione e alle dichiarazioni del Pd a proposito dei rimborsi. In quella sede il sindaco Silvano Corradi è stato processato e condannato all’istante. E questo correndo dietro alle opposizioni. E non sono d’accordo. Corradi dice che le giustificazioni per quei rimborsi le ha. Bene, le porti in sede consiliare o alla maggioranza. Non voglio assistere ad altre scene come quelle dell’altra sera da parte di forze politiche della maggioranza. Se vorrò fare politica, lo faro in altre sedi».

I problemi con il Pd sono sorti quanto meno dalla vicenda relativa a San Cristoforo (prima edizione) e siamo a qualche anno fa, esattamente nell’ottobre del 2010, quando le mosse del Pd contro il primo piano di San Cristoforo erano confezionate insieme all’opposizione (la «Civica»). In quell’occasione si era iniziato a intravedere che mesi di lavoro da parte degli uffici comunali erano finiti nel nulla dopo che il Pd aveva fatto mancare l’appoggio “concordato” in giunta.

Sempre su San Cristoforo, c’era stato il tradimento di Pasqua (2011), con il no definitivo in sede consiliare. Successivamente, i voti mancati sul bilancio preventivo 2012, appunto passato per il rotto della cuffia. Ma le votazioni più significative avevano registrato sempre uno o due o anche tre voti contrari provenienti dalla maggioranza. Nel gennaio scorso, la perdita di un “pezzo” dell’Upt (Renato Nisco) per motivazioni legate al ruolo non sufficientemente motivato dello stesso Nisco in maggioranza.

«In questi termini - dice ancora Morelli - procedere con l’attività amministrativa sarebbe un’agonia, una fatica costante e continua, ma soprattutto inutile. Correre il rischio che ogni proposta venga vanificata non mi va più bene. E allora stacco definitivamente. Auguro al sindaco di proseguire, di ricompattare la maggioranza, di risolvere il suoi problemi. Ma io ho chiuso».

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