LA PROTESTA DELLE UNIVERSITA'Trento: diario dalla facoltà di Sociologia occupata (2)

Prosegue il racconto degli studenti che stanno occupando Sociologia a Trento per protestare contro la riforma Gelmini. (Leggi la prima puntata)



Continua il nostro lavoro di autoformazione nella facoltà occupata di Sociologia. Il programma delle attività è molto intenso.
Anche questa mattina, sul filo della partecipata discussione di ieri, si è parlato della provincializzazione dell’ateneo trentino in compagnia di Giovanni Pascuzzi, prorettore dell’università di Trento e docente alla facoltà di giurisprudenza. Stiamo lavorando duramente per produrre un documento da presentare il 15 dicembre all’assemblea di ateneo. Il testo che presenteremo conterrà le nostre proposte emerse dai dibattiti di questi giorni. Forse non procediamo troppo velocemente, ma cerchiamo di sviluppare un discorso maturo, che comprenda l’opinione di chiunque voglia dare un contributo. La democrazia ha i suoi tempi. Ci sono piovute addosso critiche ingenerose da parte di chi non conosce bene il movimento. Ci hanno detto che siamo “un manipolo che vorrebbe fare la rivoluzione”, che ci stancheremo presto, che imponiamo le nostre idee.
Ciò che vogliamo è creare consapevolezza, e lo facciamo ogni giorno nelle aule a inizio lezione. Entriamo a esporre il programma delle attività della facoltà occupata in modo che gli studenti possano scegliere liberamente se frequentare la lezione o partecipare ai tavoli di discussione, aderendo alla protesta. Per noi l’occupazione non è svago, non è imposizione. È un modo legittimo per riconquistare gli spazi con l’obiettivo di confrontarsi in strutture che ci appartengono. Un’occasione per unirci alla mobilitazione contro il disegno di legge Gelmini. Una riforma che non condividiamo e che non siamo intenzionati a subire senza far sentire la nostra voce. Anzi pensiamo che da un’occupazione della facoltà possa emergere un’idea nuova di università, non difendiamo il sistema attuale. Infatti il tavolo sulla provincializzazione dimostra che una questione che doveva rimanere relegata a “pochi intimi” come voleva Dellai, è ora al centro del dibattito nell’ateneo.
Continueremo ad occuparci del nostro sapere e del nostro futuro. Forse di rivoluzioni non ne faremo, ma vogliamo contribuire alla costruzione di un’università diversa e di una società diversa. (2 - segue)

Gli studenti occupanti di Sociologia


(Leggi la prima puntata)













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