Incarico esterno: condanna per l’ex giunta comunale

La Corte dei Conti ha valutato in poco meno di 36 mila euro il danno erariale per l’assegno ad personam riconosciuto ad un dirigente preso dal privato



TRENTO. C’erano dirigenti già in organico al Comune che avrebbe potuto occupare quel posto e le decisioni - compresa l’indennità ad personam (8 mila euro l’anno si tredici mensilità) - sono state prese da sindaco e giunta con un ruolo propulsivo, istruttorio e preparatorio del direttore generale. Riducendo a poche righe le 40 pagine della sentenza, questa sono le ragioni che hanno portato la Corte dei Conti a condannare parte delle due giunte Pacher e il diretto generale Patton a pagare in tutto 35.795,96 euro. Quote diverse sono state calcolate con attenzione dai giudici contabili che hanno analizzato le due delibera con le quali era stato dato il via libera all’assunzione di un esterno - Massimo Manenti - per ricoprire l’incarico a tempo determinato di dirigente del personale. Il danno erariale evidenziato dal procuratore Evangelisti riguardava l’assegno ad personam che era stato riconosciuto visto che il suo lavoro lo aveva comunque fatto. Ma veniamo alle cifre scritte nella sentenza. Pietro Patton dovrà pagare 12.062,5 euro (riconosciuta una responsabilità del 25 per cento), Maurizio Postal e Andrea Rudari 5.683,06 euro, Alessandro Andreatta, Renato Pegoretti e Violetta Plotegher 3.717,35 euro, Alberto Pacher 729,17 euro e Letizia De Torre e Franco Grasselli 243,02.

Ma veniamo alle motivazioni che hanno portato alla sentenza di condanna. Il punto di partenza è questo: era necessario prima nel 2002 e poi nel 2005 ricorrere ad un esterno per ricoprire il ruolo di dirigente del personale? Per rispondere a questa domanda i giudici contabili hanno controllato i curriculum dei dirigenti in pianta organica nei due distinti momenti. Il punto era di valutare se ci fossero professionalità idonee circostanza, questa, che «precluderebbe normativamente il ricorso a professionalità esterne». E hanno fatto parallelamente una valutazione sul lavoro richiesto per quel ruolo che non comportava «la soluzione di questioni di specifiche difficoltà tecniche». Dall’analisi il presidente Ignazio Del Castillo ha evidenziato che nel 2002 c’erano 4 dirigenti e nel 2005 5 dirigenti «non preposti alla direzione di un servizio e per lo più collocati in posizione di staff, le cui caratteristiche culturali e professionali ne avrebbero consentito lo svolgimento dell’incarico esternalizzato». Sulle responsabilità di questo danno erariale, per la Corte dei Conti «il direttore generale dovrà comunque rispondere del danno cagionato al Comune di Trento in concorso con gli altri convenuti in considerazione del pare di regolarità tecnico amministrativa reso sulle contestate deliberazioni». Ma viene sottolineato che «la facoltà di assumere un dirigente con contratto a tempo determinato e quella ulteriore e conseguente, di conferirgli l’indennità ad personam, competono alla giunta comunale che, nel caso in esame, le ha esercitate in mancanza dei presupposti di legge e quindi deve rispondere dei conseguenti danni».

Quindi tutti, in proporzioni diverse hanno sbagliato e hanno causato un danno erariale e da questo ne deriva la diversa quantificazione del rimborso. Alla sentenza sarà possibile presentare appello presso le sezioni giurisdizionali centrali.

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